Il film horror del 2005 (stasera alle 00.31 su Rai 4) con la regia di Scott Derrickson parla delle conseguenze legali inerenti la morte di una ragazza americana, la Emily Rose del titolo, su cui era stato eseguito un esorcismo per una presunta possessione demoniaca. Mentre il film in sé ricevette recensioni miste, l’interpretazione della protagonista Jennifer Carpenter (celebre per l’interpretazione di Debra Morgan in Dexter) ricevette il plauso della critica, ed è generamente considerata una delle più spaventose viste negli ultimi decenni.
L’attrice fornì un apporto fondamentale al personaggio. Una recitazione, la sua, in grado di rendere la possessione della ragazza estremamente convincente, turbando anche lo spettatore più impassibile. Ancora più incredibile la capacità dell’attrice diassumere le pose innaturali e agghiaccianti della ragazza esorcizzata, tutto senza l’apporto di effetti speciali, se non in minima parte. Una dimostrazione di doti fisiche non indifferente, creando una Emily Rose ancora più credibile.
Il film si basa sul vero caso della ragazza tedesca Anneliese Michel, deceduta nel 1976 a causa delle condizioni fisiche disperate in cui versava nell’ultimo periodo della sua vita.
La trama del film segue gli avvenimenti reali abbastanza fedelmente, ma cambiando l’ambientazione, il periodo e spettacolarizzando fortemente la componente soprannaturale. Come viene mostrato nel film, la vicenda ebbe lunghe conseguenze legali che videro contrapporsi scienza e religione; con i genitori di Anneliese e i due preti che praticarono gli esorcismi, indagati per omicidio colposo. I preti (rappresentati nel film da un unico personaggio, padre Richard Moore, interpretato da Tom Wilkinson) vennero condannati a pagare una multa, mentre i genitori vennero scagionati dalle accuse per aver “sofferto abbastanza”; una clausola prevista dal codice penale tedesco.
Nonostante nel film le caratteristiche della possessione di Emily Rose vengano ovviamente amplificate, esse presentano comunque numerosi punti in comune col caso di riferimento.
Dopo diverse diagnosi di malattie di natura psichica e una serie di cure rivelatesi inefficaci, Anneliese si convinse di essere posseduta dal demoni. Cresciuta in una famiglia profondamente cattolica, cominciò per lei un vero e proprio calvario. Ella passava i suoi periodi di lucidità mentale a pregare, fino al punto di rompersi le ginocchia in seguito alle continue genuflessioni, e a praticare continui atti di penitenza per i suoi peccati. A partire dal 1973 le sue condizioni peggiorarono drasticamente: Anneliese era diventata repulsiva verso qualunque oggetto di natura religiosa; mangiava insetti, carbone, e una volta leccò le sue urine da terra. Sosteneva di avere sei demoni in sé: Giuda, Caino, Nerone, Hitler, Fleischmann (un sacerdote del XVI secolo scomunicato per alcolismo, violenza e omicidio) e Lucifero stesso (nel film Hitler e Fleischmann vengono sostituiti da Legione e Belial); alcuni psichiatri inquadrano questa caratteristica come un segno del disturbo di personalità multipla.
Aveva smesso di nutrirsi, sostenendo che i demoni glielo impedissero, ed al momento della sua morte era arrivata a pesare circa 30 kg; con i medici che in seguito affermarono che con un’alimentazione forzata via flebo avrebbe potuto salvarsi. Ciononostante durante le presunte possessioni era dotata di una forza sovrumana, tanto da dover essere tenuta ferma da più uomini. Ma la cosa che ancora oggi suscita maggior perplessità è il fatto che parlasse lingue antiche a lei sconosciute come greco, latino e aramaico (riuscendo inoltre a parlare con due diverse voci contemporaneamente). Delle registrazioni audio effettuate durante gli esorcismi contenenti le grida demoniache della ragazza sono disponibili ancora oggi.
Annaliese spirò il 1 luglio 1976.
Due anni dopo la sua morte, i genitori ricevettero la lettera di una suora carmelitana, nella quale rivelava loro di aver avuto una visione in cui il corpo della figlia era ancora intatto. La salma venne riesumata, ma stando alle dichiarazioni, il corpo aveva subito un regolare processo di decomposizione (sebbene non esistano prove fotografiche in merito).
Oggi la scienza è generalmente d’accordo sul considerare quello di Anneliese Michel un caso di schizofrenia. Quel che è certo è che la sua storia continua a far discutere ancora oggi all’interno della comunità cattolica, e la sua tomba è tuttora meta di pellegrinaggio per i curiosi di tutto il mondo.