5. John Cale – Paris 1919 (1973)
Dopo l’abbandono dei Velvet Underground, John Cale volle continuare le sue sperimentazioni sonore, stavolta come solista.
Dopo l’abbandono dei Velvet Underground, John Cale volle continuare le sue sperimentazioni sonore, stavolta come solista.
Paris 1919 è il suo disco più riuscito, grazie all’unione tra pop e intermezzi orchestrali su delle ballate sognanti e malinconiche.
La voce di Cale è limpida e ipnotica, mentre i crescendo orchestrali coprono progressivamente il tappeto sonoro di chitarra e batteria con eleganza.
Il disco d’esordio di Captain Beefheart è un tentativo (perfettamente riuscito) di destrutturare il Blues: Il Capitano infatti aggiunge percussioni e contro-tempi destabilizzanti, che allo stesso tempo stonano, ma convincono.
Sebbene fosse ancora la prima pubblicazione, il disco conteneva già tutti quegli elementi di improvvisazione e follia che avrebbero composto il vero capolavoro della band, uscito due anni dopo: Trout Mask Replica