7. The Velvet Underground – White Light/White Heat (1968)
Per chi abbia solo ascoltato il loro album d’esordio insieme a Nico, questo secondo disco dei Velvet Underground sembrerà totalmente cacofonico.
Per chi abbia solo ascoltato il loro album d’esordio insieme a Nico, questo secondo disco dei Velvet Underground sembrerà totalmente cacofonico.
La registrazione del disco, volutamente scadente, rende difficile distinguere gli strumenti tra loro, e i testi di Lou Reed su droga, paranoie e alienazione aumentano il senso di straniazione durante l’ascolto.
Tago Mago è il terzo (nonchè il più riuscito) album da studio dei Can.
Per questo disco, la band tedesca mette in secondo piano il loro tradizionale kraut-rock, in favore di sperimentazioni a cavallo tra noise, improvvisazioni Jazz, Funk, elettronica e rock psichedelico. E la lista potrebbe ancora andare avanti.
Un disco che dopo quasi cinquant’anni non risente minimamente dell’età e anzi, ha ancora molto da insegnare.