I Goonies sono stati l’ultimo baluardo di un’infanzia fatta di avventure, fantasia e ginocchia sbucciate.
L’allegra banda di ragazzini capitanati da Mikey, i Goonies, sono stati gli ultimi eroi per noi bambini fuggiti per un pelo ai vari iPhone, iPad, internet “selvaggio” e via discorrendo. Insomma, tutte quelle cose che fanno sembrar un bambino un adulto molto molto basso.
Tantissime sono le curiosità legate alla pellicola del 1985 di Richard Donner, ma una ci ha colpito come una freccia al cuore.
Per chi avesse un buco di memoria, ha il dovere categorico di un rewatch; mentre ai bambini che non lo hanno ancora visto, invitiamo i genitori a sopperire a questa mancanza, pena un’infanzia vuota per i vostri figli.
Se, invece, siete cittadini di Marte in visita sulla Terra per una vacanza, meritate almeno una piccola sinossi:
I Goonies sono un gruppo di ragazzini che vivono a Goon Docks, una ridente località sul mare, ove i bambini trascorrono felici la loro infanzia. Purtroppo, le loro case sono state acquistate da due avidi imprenditori, che hanno l’intenzione di buttare giù l’intera zona residenziale per costruire un campo da golf. Amareggiati e sconfortati, i Goonies troveranno l’opportunità di salvare le proprie case e le proprie famiglie grazie ad una misteriosa mappa apparsa in soffitta tra i reperti storici del padre di Mikey. La mappa porta all’antico tesoro del famoso pirata Willy l’Orbo, un tempo frequentatore delle coste locali. I Goonies prenderanno l’occasione al volo, con la speranza di poter ricomprare la loro cittadina, e vivranno incredibili avventure. Quest’ultime li porteranno a scontrarsi con l’impervio percorso verso il tesoro e con un gruppo di criminali capeggiati dalla perfida Mamma Fratelli.
“Ciooooccolataaah“
Noi, bambini di quella generazione, abbiamo passato ore a ricostruire avventure che ci dessero almeno un piccolo assaggio di quello che furono I Goonies. Ore intere passate in mezzo alla natura, sotterrando misteriose valigette e creando storie straordinarie. La cosa che ci accomunava di più però è sempre stata una ed una sola: provare a creare una copia della mappa di Willy L’Orbo, vera reliquia per noi fan. Immaginatevi le guerre che nascevano tra noi ragazzini per stabilire a chi dovesse andare quel giorno l’amato oggetto.
La curiosità che ci ha colpito al cuore, quella di cui vi accennavamo poche righe sopra riguarda proprio la mappa di Willy L’Orbo. Già la sua genesi è davvero interessante. A quanto pare, il production designer del film, J. Michael Riva, riteneva la mappa non abbastanza credibile; decise quindi, di portare la mappa con sé in albergo e la immerse nel caffè per rendere l’effetto dell’usura del tempo più realistico. Non contento, Riva decise di donare un tocco ancora più convincente e sparse la mappa con delle macchie di sangue: il suo!
Con queste dovute modifiche, la mappa fu pronta per diventare uno degli oggetti cinematografici più di culto.
E finalmente, siamo giunti alla curiosità che più ci sta a cuore, ovvero il triste destino a cui andò incontro la mappa originale del film. Sean Astin (Mikey), famoso anche per il suo ruolo di Samwise Gamgee ne Il Signore degli Anelli, con il beneplacito della produzione, si portò la mappa originale a casa per farne una sua reliquia personale ed un ricordo indelebile. Purtroppo, Astin non fece i conti con sua madre e mancò di avvertirla che in casa c’era un oggetto di scena il cui valore era incalcolabile nel mondo del collezionismo. L’ignara mamma, infatti, trovandosi dinanzi ad una cartaccia vecchia e sporca decise di buttarla nella spazzatura, senza sapere di aver buttato un piccolo pezzo di storia del cinema per ragazzi. Probabilmente, in quell’esatto momento, milioni di cuori, inavvertitamente, si spezzarono, e possiamo solo immaginare la faccia di Sean Astin.