“What, you never saw a guy without a face before?”
Questo step della nostra terapia è dedicato a tutti coloro che, pur amando alla follia Ash vs Evil Dead, non hanno mai approfondito del tutto la filmografia di Raimi. Darkman del 1990 è una vera e propria enciclopedia dello stile dell’autore. Chiunque lo avesse già visto, comunque, concorderà nell’affermare che un’altra visione se la merita sempre.
Il film seguirà la storia del dottor Peyton Westlake (Liam Neeson), scienziato a lavoro su un nuovo tipo di pelle artificiale che servirà ad aiutare i grandi ustionati. Il propotipo da lui sviluppato maturerà un grande difetto: una volta modellato durerà solo 99 minuti, dopodichè, sarà destinato a liquefarsi.
La vita di Westlake cambierà per sempre quando la fidanzata Julie Hastings (Frances McDomand), durante un’indagine, scoprirà il losco disegno di un potente costruttre locale, Louis Strack (Colin Friels), in affari con Robert Durant (un inquietantissimo Larry Drake), spietato assassino e trafficante
Nel tentativo di recuperare i documenti in possesso della donna, il malvivente si paleserà nel laboratorio dell’ignaro scienziato.
Assistito da un’orda di macchiettistici sgherri, Durant ucciderà l’assistente di Westlake e menomerà gravemente il ricercatore. Dopo averlo crudelmente torturato, i gangster, non contenti, lo faranno pure saltare in aria insieme a tutte le sue attrezzature, giusto in tempo perchè Judie torni e veda il corpo del suo amato precipitare in fiamme nel fiume.
Dato per morto, il povero Liam Neeson, contro ogni pronostico, sopravviverà . Il suo corpo, completamente ustionato, finirà in un centro medico dove viene usato come cavia. Verrà sottoposto ad una procedura sperimentale studiata per impedire agli ustionati gravi di impazzire per il dolore.
Recidendo letteralmente le vie afferenti del dolore, i medici lo renderanno incapace di percepire tali stimoli.
Così isolata dal mondo esterno, la mente del soggetto comincerà a nutrirsi dell’unica realtà da cui riceve ancora input: quella interiore. Le emozioni verranno così amplificate e distorte, gettando il paziente in uno stato di alienazione alternato a vere e proprie sfuriate a base di super forza.
In seguito ad un attacco d’ira, appunto, Westlake riuscirà a fuggire. Tornato fra le macerie del suo laboratorio, cercherà il modo di migliorare la sua ricerca per tornare ciò che era. Fra i vari tentativi, in preda alla furia, si metterà sulle tracce dei suoi aguzzini per ottenere la meritata vendetta.
Ma non sarà più la stessa persona.
Inizierà così la macabra crociata di un memorabile antieroe. Plagiato dalle sue distorsioni, Westlake diventerà Darkman, efferato giustiziere figlio della mostruosità subita. Con questo film, Raimi sfoga tutta la sua vena fumettistica, creando un grande cinecomic senza albo da prendere a modello.
Eh già , perchè, nonostante le dinamiche possano far sospettare altro, Darkman nasce da un soggetto originale. Come in Army of Darkness, il maestro sciorina tutto il suo repertorio, fra montaggi serrati, riprese sbollate e filtri schizzatissimi ci conduce in un mondo che pare nascere dalla più grottesca carta stampata.
Il tutto, condito da oscure ambientazioni orrifiche e violentissime uccisioni, è permeato dal tetrissimo, consueto dark humour. Per questo Darkman non può che essere fondamentale nella vostra preparazione in vista della terza stagione di Ash vs Evil Dead: è una vera e propria summa della poetica raimiana.
Bad Taste, Peter Jackson (1987)
“Hey, Evil! Why don’t you eat my butt?”
Arrivati a questo punto, giustamente, qualcuno si chiederà cosa c’entri Peter Jackson in un pezzo su Ash vs Evil Dead. Beh, prima che arrivassero i budget a mille zeri, anche il regista de Il Signore degli Anelli si è un po’ dovuto arrangiare come poteva.
Il suo primo lungometraggio, Bad Taste, è quanto di più casereccio si possa trovare. Scritto, diretto, prodotto, montato, fotografato, interpretato e curato da Peter Jackson, il film seguirà le orme di una sgangheratissima unità speciale chiamata The Boys.
In seguito a diverse scomparse avvenute dopo l’avvistamento di un UFO, questa simpatica branca di matti verrà inviata sull’isola neozelandese di Kaihoro per investigare. Ciò che scopriranno sarà raccapricciante: la zona, caduta in mano ad un’armata di alieni antropofagi, è in procinto di diventare un enorme centro di macellazione per esseri umani.
Realizzata con 230mila dollari neozelandesi, un manipoli di amici e innumerevoli cartoni di vino, quest’opera prima vive dello stesso spirito che animò The Evil Dead qualche anno prima. Girato approfittando dei weekend nell’arco di quattro anni, Bad Taste testimonia l’amore di Peter Jackson per il cinema che vive di idee prima che di soldi.
Nonostante le poche risorse, il regista riesce a realizzare uno splatter sgangherato ma ricco di efficacissimi effetti home made. Le scene, spesso disturbanti fino al pessimo gusto, lasciano comunque intravedere un talento che di lì a poco si sarebbe manifestato a tutto il mondo.
Ma per salvaguardare l’esperienza di chi non ha visto questo piccolo atto d’amore ed incoscienza, preferiamo non svelare troppo. Recuperatelo e fateci sapere se anche voi ci trovate la stessa scintilla che accese la saga di The Evil Dead.