Black Mirror: 6 profezie che sono diventate realtà

Black Mirror con la sua visione del futuro ha "allarmato" parecchi spettatori. In molte puntate troviamo tecnologie non molto lontane dalla realtà

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The Entire History of You – The neverending Instagram-Story

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Anche la profezia racchiusa nella terza puntata della prima stagione sembra avvicinarsi al suo compimento. The Entire History of You è ambientata in un prossimo futuro in cui tutti sono muniti di un impianto neurale in grado di registrare tutto ciò che si vede e si sente.

Le informazioni vengono immagazzinate in questo hardware e sono consultabili in qualsiasi momento dall’utente. E’ una sorta di eterna storia di Instagram on demand. Nonostante tale supporto conceda evidenti vantaggi, esso cela però pericoli inaspettati, forse a causa di un’ancestrale incompatibilità con la nostra natura. Se un trauma dovesse sconvolgere la nostra vita, chi ci impedirebbe di rifugiarsi nel passato, in un eterno loop di illusioni e ricordi in HD?

La dimenticanza ha il suo ruolo nella storia dell’evoluzione umana.

Per l’ennesima volta, Brooker dimostra di essere diverse mosse avanti rispetto all’industria. Risale infatti al 2016 la notizia secondo cui Samsung avrebbe brevettato un nuovo modello di lenti a contatto high tech in grado di fare video e scattare foto ad ogni battito di ciglia.

Le lenti sarebbero veri e propri display dotati di camera e di sensori in grado di captare il movimento delle sopracciglia. E’ proprio attraverso il moto delle palpebre che l’utente sarà in grado di navigare attraverso i vari comandi del menù.

La camera sarà, ovviamente, collegata al vostro smartphone e vi consentirà di caricare, modificare e condividere in tempo reale tutto ciò che i vostri occhi vedranno. Viceversa, sarà possibile usare il dispositivo anche per ricevere e vedere immagini mandate dal telefono.

Samsung non ha certo l’esclusiva su questo ambito di ricerca. Un progetto molto simile è infatti stato sviluppato anche da Sony, mentre Google sta lavorando alla realizzazione di lenti intelligenti in grado di scansionare l’iride ed utilizzarla per riconoscere l’utente.

Gli occhi sarranno la nostra password.

Ancora più sensazionale sembra essere la tecnologia su cui sta lavorando il dottor Theodore Berger. Il neurologo, con la sua startup (la Kernel), ha messo a punto un “chip della memoria”.

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La ricerca, dopo aver dato ottimi risultati sui topi, è già arrivata alla sperimentazione umana. Il chip in questione andrebbe ad agire sull’ippocampo, zona del cervello cruciale per la formazione dei ricordi, stimolando tramite elettrodi i neuroni per aiutarli a convertire le informazioni in entrata in ricordi a lungo termine.

Lo strumento si occupa quindi di analizzare i segnali elettrici del paziente durante l’apprendimento. Successivamente, grazie ad un algoritmo, traduce tali input in segnali utili per la memoria. Se anche la sperimentazione umana dovesse rivelarsi un successo, il dottor Berger avrebbe fra le mani un’invenzione in grado di cambiare la vita di molti, specialmente quella dei pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer.

Forse, qualcosa per esser lieti, alla fine, potremo davvero trovarlo nel nostro domani.

Playtest – dentro al gioco

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In Playtest, secondo episodio della terza stagione, un giovane ragazzo patito di videogiochi decide di accettare di fare da cavia per un nuovo tipo di gioco. Tramite un chip di controllo neurale, il ragazzo si troverà ad interagire con il videogame tramite ologrammi e illusioni ottiche. L’avventura non sarà priva di pericoli e paranoie, fino allo sconvolgente finale.

Il secondo episodio della terza stagione di Black Mirror è apparentemente il sogno di tutti i videogiocatori del mondo; immergersi completamente in un videogioco porterebbe il tutto ad un livello completamente superiore di intrattenimento.

Su questa idea ci stanno lavorando da anni molte delle case di produzione del campo, ma il coronamento di questi sforzi è stato l’arrivo sul mercato del visore Playstation VR. Ironia della sorte, il prodotto targato Sony uscì nello stesso mese della messa in onda della terza stagione di Black Mirror, di conseguenza dopo la fine delle riprese di quest’ultima.

Che il VR sia lontano ancora dalla tecnologia mostrataci dalla serie è fuori di dubbio, ma solo il fatto che esista ci conferma che il percorso è stato iniziato e chissà, forse potremmo finire tutti come il ragazzo di Playtest. Sperando di non incappare in un gioco come Until Dawn: Rush of Blood.

USS Callister – ancora realtà virtuale

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Se non è profezia, allora è simultaneità. Come accaduto con il gioco per Playstation VR Star Trek: Bridge Crew, che, come ha fatto notare Vice, assomiglia incredibilmente a quello della prima puntata della quarta stagione di Black Mirror, vale a dire USS Callister.

“Si tratta di un videogioco per Playstation VR sviluppato da Ubisoft e pubblicato nel maggio del 2017 in cui, grazie alla realtà virtuale, ogni giocatore ricopre un ruolo specifico nell’equipaggio della nave spaziale U.S.S. Aegis. Si gioca in multiplayer e lo scopo è collaborare per portare a termine una serie di missioni: ognuno ha un compito specifico e l’esperienza in realtà virtuale sembra estremamente vicina all’esperienza di un gioco di ruolo nella vita reale”

In USS Callister, vediamo un giovane e ricco programmatore di videogiochi intento a giocare ad una versione personalizzata di Infinity, un videogame in realtà virtuale ispirato a Star Trek ed inventato proprio dal protagonista. Il pieno controllo dell’universo del gioco è bilanciato dalla apatica e asociale vita del giovane programmatore, che a causa del suo comportamento sadico e sociopatico si troverà a lottare contro il gioco stesso, poiché quest’ultimo riproduce versioni virtuali dei colleghi di lavoro del protagonista. Una volta che le pedine del videogame si renderanno conto della loro natura, inizierà una vera e propria rivoluzione.

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Pur essendo ancora lontano dalla sofisticata tecnologia di USS Callister, Star Trek: Bridge Crew è un incredibile prototipo di ciò che abbiamo visto nella prima puntata della quarta stagione di Black Mirror. Come potete notare nel video dimostrativo qui sopra.

Seppur questa non può essere considerata la settima profezia del nostro articolo, prendetela come una conferma di ciò che è successo con Playtest, di cui vi abbiamo parlato poche righe sopra.

A confermare l’amore tra la serie e la realtà virtuale c’è anche la reazione di Charlie Brooker alla sua prima esperienza con la Playstation VR, che lo ha mandato davvero fuori di testa per l’eccitazione. Come potete leggere in questo articolo.

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