La Fabbrica di Cioccolato, celebre film del visionario regista Tim Burton, tratto dall’omonimo romanzo di Road Dahl, riscosse un enorme successo nel 2005.
L’accoppiata Burton-Depp, attore feticcio del grande regista si rivelò nuovamente vincente. Nel primo weekend di programmazione, il film di Tim Burton, riuscì ad incassare 2.126.226 milioni di euro. Il budget iniziale della pellicola fu di 150 milioni di dollari e l’incasso totale (mondiale) è stato di 474.968.763 milioni di dollari.
Numerose sono le curiosità sulla pellicola: dalle molteplici differenze con il romanzo, alla somiglianza tra il personaggio di Depp e quello di Anna Wintour (famosa direttrice della rivista di moda Vogue); ancora, i riferimenti ad altri famosi film di Tim Burton, fino alle 110.000 caramelle di plastica realizzate.
C’è però una curiosità poco nota e davvero interessante. In un epoca in cui la computer grafica la faceva da padrona nel cinema, Tim Burton scelse di non utilizzare tale tecnologia all’avanguardia e di addestrare ben 40 scoiattoli per alcune scene del film.
Si, avete capito bene, i dolci scoiattoli che nel film rompevano le noci non erano frutto di abili tecnici di grafica, bensì reali animaletti addestrati a tale scopo. Affinché la scena fosse più realistica possibile, Tim Burton decise di utilizzare, quindi, le graziose creature del bosco per smistare le noci sul nastro trasportatore.
Per rendere possibile tutto ciò, l’addestratore di animali, Steve Vedmore, lavorò per otto settimane sul set del film.
A causa di un accordo di riservatezza con la Warner Bros, Vedmore non ha mai potuto rivelare esattamente cosa accadde sul set e in che modo gli fu possibile addestrare gli animali; l’unica cosa che ha potuto rivelare è stata che:
“alcuni scoiattoli sono facili da addestrare, altri no. I placidi sono facili da maneggiare, altri invece sono aggressivi, quindi non accettano il contatto umano”.
L’addestramento è basato su rinforzi di cibo:
“Bisogna stabilire due punti, A e B, che potrebbero anche essere a 100m di distanza. Alcune scatole di cattura vengono poste a pochi centimetri di distanza, gli scoiattoli corrono nella scatola e ottengono una ricompensa. A questo punto è possibile allontanare la scatola e addestrarli a fare più strada. Alcuni scoiattoli sembrano aver lavorato più duramente degli altri, mentre alcuni avrebbero perso interesse dopo essersi riempiti di cibo”.
Per il film di Tim Burton gli scoiattoli sono stati utilizzati per ben 10 mesi, incluso il tempo per addestrarli. L’American Humane Association ha supervisionato l’addestramento per assicurarsi che nessun animale venisse maltrattato. Dopo le riprese, gli scoiattoli, sono stati restituiti ai loro proprietari o adottati da Birds and Animals UK fino al loro prossimo ruolo in qualche produzione cinematografica. Questo anche a causa dell’addestramento, dopo il quale non è più possibile lasciare liberi gli animali.
Craig Redmond, della Società per la protezione degli animali in cattività, ha affermato:
“Abbiamo sempre delle preoccupazioni ogni volta che gli animali vengono utilizzati nelle pubblicità o nei film e, data la tecnologia di cui si può usufruire al giorno d’oggi, trovo sorprendete il fatto che Burton abbia deciso di utilizzare animali vivi. Alcuni animali soffrono durante l’addestramento, le riprese o quando cercano di adattarsi alla vita in seguito”.
Chissà se grazie al duro lavoro di queste piccole creaturine, non verrà istituita una nuova categoria agli Oscar: Miglior interpretazione animale.