Weir ha consegnato alla storia del cinema la miglior interpretazione moderna della poetica orwelliana, esaltando un Jim Carrey in stato di grazia.
Truman si muove in un’architettura studiata, metaforicamente e diegeticamente, trasportando lo spettatore nell’esperienza alienante di un uomo che si interroga su quale sia il confine tra la realtà e la percezione di essa. Il dipinto da cui è tratto è Architettura al chiaro di luna di René Magritte.
Il pittore invece, sposta la logica degli oggetti, un paesaggio ad esempio, è notturno nella parte inferiore e diurno in quella superiore, ricorrendo a tonalità oniriche.
Sposta il senso delle cose, utilizzando sia accostamenti inconsueti sia deformazioni irreali, esattamente come il set in cui vive Truman.
10. Barry Lyndon, Stanley Kubrick (1975)
Barry Lyndon è uno dei manifesti più profondi della poetica kubrickiana, grazie all’ambientazione in epoca illuminista, e alla fedeltà con cui la pasta della pellicola raffigura gli elementi dell’inquadratura.
Il direttore della fotografia John Alcott vinse l’Oscar della categoria grazie ad una cattura fedele quasi al 100% della luce naturale presente sui set.
Kubrick ha reso questo film l’emblema dei dipinti che hanno ispirato scene famose, essendo una rappresentazione della volontà registica di rendere le ambientazioni dei veri e propri quadri in movimento.
Il video di seguito è un ottimo approfondimento sulla natura pittorica del film, vi invitiamo quindi a visionarlo, per vivere al meglio l’esperienza vivisa di Barry Lyndon.