Anche Tarkovski si inserisce a pieno titolo in questa lista, per il regista visionario che è stato nella storia del cinema.
La produzione visiva di Tarkovski ha consolidato la sua figura di controparte kubrickiana, e anche felliniana, per l’intimità con cui esplora il suo mondo cinematografico, durante l’epoca del blocco sovietico.
Ne Lo Specchio, si cimenta anch’egli nella rappresentazione del paesaggio come fonte di Realismo Magico, a filo con la natura bucolica di quelli presenti in Barry Lyndon.
Tarkovski però non si risparmia, e mescola la pasta fotografica dei campi lunghi, con simmetrie scenografiche perfette e fortemente evocative.
Il dipinto è I Cacciatori nella Neve di Peter Bruegel il Vecchio, del 1565, dove la pianura si estende a perdita d’occhio, coi rami degli alberi in primo piano che sottolineano lo scorrere in profondità dello spazio e creano effetti di contrasto.
7. A Proposito di Schmidt, Alexander Payne (2002)
Il personaggio di Nicholson, rimasto vedovo, si ritrova a dover gestire la propria vita, sia domestica che umana, in uno stato di completa solitudine e trascuratezza da parte dei familiari.
Durante quest’epopea alla riscoperta di sé stesso, l’anziano protagonista viene collocato in scenografie e vicende degne dell’intensità drammatica delle migliori opere teatrali e pittoriche, come nella sequenza che cita La Morte di Marat.
Il dipinto riporta per la seconda volta in classifica Jacques-Louis David. Rappresenta la fine di un uomo che, per tenere fede ai propri ideali, ha scelto di sacrificare la propria vita, divenendo martire. Il luogo è privo degli oggetti che avrebbero reso il decesso un ordinario fatto di cronaca, sviandone pertanto l’intento glorificativo.
8. Præsidenten, Carl Theodor Dreyer (1919)
Il film racconta una storia di donne sedotte e abbandonate da quattro generazioni. Segue tre periodi nella vita di un aristocratico danese che vive in una piccola città all’inizio del XX secolo. La narrazione cronologica è interrotta da flashback che richiamano eventi passati. Il dipinto citato è La madre di Whistler
di James Abbott McNeill Whistler realizzato nel 1871 e tutt’oggi tenuto messo in mostra al Museo d’Orsay di Parigi.
Pare che il pittore decise di ritrarre l’anziana madre perché la modella non si era presentata all’appuntamento. Altri, addirittura, avanzano l’ipotesi che la madre di Whistler sia ritratta seduta, e non stante, a causa delle sue difficoltà a stare in piedi.