Il cinema è il fenomeno visivo che meglio raccoglie le varie forme d'arte. La pittura sopratutte, coi dipinti che hanno ispirato scene famose.
Durante gli Anni ’70, i cineasti, spinti dalle nuove tecnologie, dai nuovi formati e dalla New Hollywood, hanno creato sequenze immortalate sui grandi formati, che restituiscono ancor oggi una fedeltà di colori, ed una cura della fotografia, degna dei migliori dipinti.
Malick, regista introspettivo che studia le dinamiche in senso esistenzialista, pone i suoi protagonisti al centro di inquadrature che trasmettono la vastità dell’universo circostante. Raffigurazione molto cara a Malick, che non si è mai risparmiato nell’inserirla nella maggioranza delle sue opere.
Il dipinto qui citato è Christina’s World, di Andrew Wyeth dove una donna distesa a terra guarda una casa all’orizzonte. Fa parte delle produzioni artistiche citano il Realismo Magico, arte che, pur comprendendo una gamma di concetti sottilmente diversi, esprime una visione prevalentemente realistica del mondo reale aggiungendo o rivelando anche elementi magici.
L’opera della Trilogia della Depressione viene classificata come una di quelle produzioni che più in assoluto dividono il pubblico. Nel film, von Trier si cimenta ancora con lo scavo dell’animo, alle prese con un evento apocalittico.
Alla base vi è la depressione: le persone che ne sono affette, sono più inclini a non perdere la calma di fronte agli avvenimenti più intensi, per la loro tendenza ad aspettarsi il peggio.
La citazione è Ophelia di Millais dove la ragazza caduta nel ruscello non oppone resistenza alla corrente, abbandonandosi alle acque, che saranno il suo sepolcro.
Questo è probabilmente uno dei migliori casi di dipinti che hanno ispirato scene famose.
Sofia Coppola rappresenta un’epoca pre-rivoluzionaria dalle tinte kitch, dove Kirsten Dunst si muove in una scenografia perennemente rosata, coi costumi da Oscar che così bene richiamano la pasticceria, il tutto con un tocco pop Anni ’80 perfettamente mimetizzato.
L’opera di Jacques-Louis David, Il Primo Console supera le Alpi al Gran San Bernardo, invece non ha bisogno di particolari analisi: è l’icona magna del Bonaparte che sfida qualsiasi difficoltà grazie alla sua forza morale di condottiero inarrestabile.
