10 storie horror accadute realmente sui set cinematografici

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2. Cannibal Holocaust, di Ruggero Deodato (1980)

10 storie horror

È considerato da molti il migliore prodotto del genere cannibale, se non addirittura il capostipite. Alla sua uscita generò subito enormi polemiche, per le reali uccisioni di animali rappresentate sullo schermo e per l’impressionante realismo delle sue scene. Per tutti questi motivi venne intentata una causa contro Deodato.

La scena agghiacciante del film è quella della ragazza indigena violentata e impalata. Questa più di tutte fu la scintilla che fece accusare il film di essere snuff, ovvero girato dal vero con atti accaduti realmente. In realtà la ragazza fu fatta sedere su un sellino legato al palo e le fu messo un palo di piccole dimensioni sulla bocca, per dare l’impressione che il legno le avesse trapassato l’intero corpo. Molti animali vennero uccisi durante le riprese. Famosa la scena della tartaruga, ma venne anche ucciso un maialino, e a una scimmia venne tagliata la testa, e quando le scimmie di riserva videro questa scena morirono di crepacuore. Alle critiche degli animalisti rispondevano che nulla veniva buttato e che anzi gli stessi animali venivano mangiati dalla troupe, indigeni compresi.

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La ciliegina sulla torta che rende il tutto ancora più geniale è che il contratto prevedeva che gli attori che impersonavano i fotoreporter dispersi sparissero dalla circolazione, soprattutto dalla televisione e dal mondo del cinema, per un anno intero. Deodato dissè:

«L’operazione Cannibal Holocaust doveva essere fatta con attori credibili. Dovevamo presentare il fatto come fosse una cosa vera. Avevamo bisogno di quattro persone che potevano poi sparire per due anni, perché erano morti e quindi nessuno doveva sapere niente di loro. Dovevamo fare un falso snuff».

Gli attori furono comunque “resuscitati” in occasione del processo, dato che si accusava Deodato di averli uccisi realmente.

 

1. L’esorcista, di William Friedkin (1973)

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In primis bisogna citare le decine e decine di soccorsi per svenimenti, vomiti, e attacchi di panico del pubblico che lesse per primo il racconto e vide per la prima volta questo film. Di fronte ad uno dei cinema dove il film fu presentato a Roma vi era una chiesa che stava in piedi dal 1500 in cui improvvisamente, dopo essere stata colpita da un fulmine, cadde il crocifisso (grande più di due metri) a terra.

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L’attore Jack MacGowran, che interpretava il regista Burke Dennings, è deceduto a causa di un’influenza poco dopo le riprese. Almeno altri otto furono i decessi associati alla produzione. La casa del set bruciò in un incendio, ma la camera di Regan, (Linda Blair), rimase assolutamente intatta. Dopo soli due giorni di riprese del film un misterioso corto circuito provocò un incendio che distrusse buona parte del set. Morì anche il figlio appena nato di un tecnico e l’addetto alla refrigerazione del set, mentre Linda Blair si ruppe alcune vertebre della schiena e pochi giorni più tardi morì sua nonna. Il figlio di Jason Miller, Jordan, ebbe un incidente in motocicletta mentre faceva visita al padre sul set. Inoltre Paul Bateson, l’attore che interpreta l’infermiere, venne arrestato nel ’79 per essere un serial killer di omosessuali: a lui si sarebbe ispirato Friedkin per il film Cruising.