L’ultimo album dei Wavves, quello che nessuno ha ascoltato.
Per festeggiare l’arrivo del 2018, riscopriamo una delle perle dimenticate del 2017. Ed arriva proprio dai Wavves, band garage rock californinana con influenze surf. Uno dei grandi gruppi “nascosti” di questo decennio, costanti nella loro attività , fedeli al proprio sound, ma sempre in evoluzione.
You’re Welcome, il loro ultimo lavoro, prosegue sulle tracce garage dei precedenti, ma aggiungendo sempre più strati di melodie e armonizzazioni pop, in perfetto connubio con le tendenze musicali di questo periodo.
E allora, alcune tracce tradiscono le origini surf del gruppo, come la prima, Daisy. Altre rivelano influenze stoner, come Hollowed Out. Come to the Valley mostra chiaramente l’influenza dei Beach Boys. Exercise invece suona decisamente post-hardcore.
E poi c’è una traccia come Million Enemies, che trionfa su tutte, un perfetto esercizio di rock and roll contemporaneo. Ed altri pezzi validi si sprecano: Under, No Shade, e la degna conclusione di I Love You, in perfetto stile anni ’60. Il suono dei Wavves è semplice, diretto ma mai scontato, sempre pronto a lavorare sui particolari.
Ragion per cui anche You’re Welcome è un album che si erge come un grande lavoro, l’ultimo di una serie. Tra qualche anno guarderemo ai Wavves come oggi si guarda, per esempio, ai Killing Joke negli anni ’80. Una grande band sempre presente, costante, e in qualche modo pura nella propria arte, pur se non di mainstream.
You’re Welcome è un album che merita di essere riascoltato una, due, tre volte. Può soddisfare i nostalgici del punk (del punk vero, non gli All Time Low), i fanatici del garage, i cultori del surf, i seguaci del post-hardcore. In ogni caso, sono buone vecchie chitarre distorte old style, senza elettronica e computer ad ingombrare. E ogni tanto ci vuole ancora.