9. Big Fish, Tim Burton (2003)
Film che dividono il pubblico
Successo e flop. Capolavoro e passo falso. La separazione tra i concetti è una questione di film che dividono il pubblico. Eccone una lista aggiornata.
Collocato verso la parte meno critica della lista di Metacritic, Big Fish è trentasettesimo nella classifica dei film che dividono il pubblico.
Progetto controverso dominato da una caratterizzazione piuttosto profonda della poetica di Tim Burton, il film è forse il suo progetto più genuino, dove troviamo l’inconfondibile traccia della sua visione registica, senza però finire nei meandri più gotici della sua filmografia.
La narrazione in Big Fish è sempre sul filo tra verosimile e impossibile. Lo spettatore vacilla tra la fede in ciò che stiamo vedendo, oppure la totale negazione delle affermazioni del protagonista.
Edward Bloom continua a raccontare storie della sua gioventù, alle quali il figlio si è stufato di assistere. Bloom è una creatura quasi mitologica, sulle orme del quale si metterà il figlio stesso, riscontrando delle anomalie sconcertanti tra realtà e magia, scoprendo una vita, condotta dal padre, al di fuori dell’ordinario.
Di concezione semplice, il film si articola in situazioni, personaggi e trovate visive che possono inebriare o stizzire. McGregor porta alla luce un personaggio in bilico tra sincerità o bugia. La cosa viene mostrata talmente bene da suscitare nello spettatore gli stessi scetticismi provati dal figlio.
Big Fish è l’opera della maturità di Burton, che può sviare i giudizi del pubblico, per la natura poco consona allo stile gotico del regista, forse sacrificata per la trasmissione di un messaggio più profondo e articolato.
Film che dividono il pubblico
L’incrocio di dati presenti su Metacritic posizionano Ep. III al ventisettesimo posto dei film che più dividono il pubblico. Come risultato è comprensibile, opportuno e giustificato.
In un’epoca in cui George Lucas decise di abbandonare la Via della Forza per quella del merchandise, perfino lui dovette farsi un esame di coscienza, e tirare fuori dal cilindro il migliori film possibile, dal background scadente di Ep. I e Ep. II, e dal profilarsi di Ep. IV.
Pur facendo parte di una trilogia deludente e dai contenuti sconvolgenti, La Vendetta dei Sith è uno dei film che dividono il pubblico per la sua natura di tramite, a metà fra la Trilogia Originale e quella nuova.
Ammesso che alcune sequenze conservano un copione e una direzione degli attori da far rimpiangere un trattamento più profondo della sceneggiatura, ancor oggi “sottovalutiamo il suo potere”.
Il film si presenta come la risposta alla domanda da un milione di dollari: pur sapendo chi sia Anakin Skywalker, qual è stato l’evento che lo rese fisicamente e spiritualmente il cyborg Darth Vader?
La risposta la troviamo nei momenti in cui Anakin, impersonato da un Hayden Christensen da difendere, si trova costantemente al bivio del giusto e dello sbagliato, del dovere e dell’interesse personale. Anakin nasce come Vader, e Vader sopravvive come Anakin, per il resto della saga.
Ep. III divide per la sua natura di epilogo di una trilogia che ha fatto piangere dal dispiacere tutti i fan, a discapito del fatto che come film è di livello decisamente superiore. Paga il pegno di un riavvio di franchise, che lo ha limitato in maniera discriminante.