Siamo lietamente giunti al terzo appuntamento mensile della nostra rubrica redazionale.
Dopo i nostri consigli di Ottobre e Novembre, è l’ora de La Scimmia Ascolta del mese natalizio.
Come da tradizione, la nostra redazione musicale proporrà 4 gruppi più o meno noti con sonorità del tutto eterogenee.
Patrizia Laquidara
Patrizia Laquidara è nata a Catania ma il suo forte è la musica popolare veneta (poiché Patrizia si dice veneta di adozione) e lombarda. In realtà fin dagli inizi della sua carriera mostra un eclettismo musicale che la portano a proporre pezzi tradizionali portoghesi, arabi e greci. E’ la musica brasiliana di Caetano Veloso però a comporre il suo primo album: Para você querido Caé, del 2001. Due anni dopo partecipa anche al Festival di Sanremo con la canzone scritta insieme a Bungaro, Lividi e Fiori, vincendo il premio della critica e quello per la migliore interpretazione. La poliedricità di Patrizia si vede in modo lampante nelle sue performance di conferenze-spettacolo.
E nonostante molti non la conoscano Patrizia ha collaborato con importanti nomi come Fausto Mesolella (Avion Travel), Tony Canto, Mario Venuti.
Nel 2007 esce il suo terzo album, Funambola, nel quale è contenuta Noite e Luar, canzone scritta insieme a Paolo Buonvino per il film Manuale d’amore di Veronesi e candidata al premio di Donatello nella sezione Miglior canzone originale.
Ciò che però, a nostro avviso, rende irresistibile la voce della Laquidara sono i pezzi scritti da lei, quasi sempre in italiano, come L’equilibrio è un miracolo, Mielato, Nuove confusioni, Rose e molti altri. Infatti è in queste canzoni che la sua voce diventa pastosa, sfocata e dolcissima. I testi sono raffinati e introspettivi, la musica a tratti morbidissima a tratti riprende i ritmi sincopati della musica tradizionale brasiliana.
Dalla raffinata dolcezza sono le location in cui la Laquidara si trova spesso a performare, da Palazzo Leoni Montanari a Vicenza ai prati di S. Giovanni sui monti del Trentino, ma anche il suo sito ufficiale http://www.patrizialaquidara.it/official/
Avete presente quei gruppi di ultra nicchia che conoscete solo voi e un pugno di persone? Quelli scovati nei meandri dei consigli di Last.fm, che di solito hanno a malapena 5/6 canzoni e una trentina di ascoltatori? Ecco, qua siamo a un livello superiore.
I Weltpinguintag sono una sconosciutissima band berlinese attiva nella prima metà degli anni 90 e scioltasi nella seconda metà degli stessi. Il loro stile, fortemente basato sull’ improvvisazione, si basa di intermezzi a metà tra il lounge e la world music che si alternano a schegge di follia jazzcore.
Solamente due album in carriera; l’omonimo Weltpinguintag del 1996, e Pinguine in der Bronx del 1999.
Parlare di loro non è semplice. In rete non si trova nulla, salvo i due album in vendita in formato digitale sull’amazon tedesco e qualche recensione. In tedesco. L’unica cosa ascoltabile che si può trovare è una playlist del loro primo album su Youtube e nient’altro. Veramente, nient’altro. Possibile innamorarsi di loro per chi è alla ricerca di artisti simili a John Zorn.
Se vi piace rimanere piacevolmente confusi, date un’ascolto ai pinguini. Le loro improvvisazioni di jazz sfrenato vi sorprenderanno, garantito.
A cura di Piero Ercolani (creatore oltretutto della playlist youtube seguente).
The Irrepressibles
The Irrepressibles non è una band da collocare in un unico genere. E’ una miscela ben riuscita di diverse influenze: si va dal rock alla musica ambient, dall’elettronica all’orchestrale, fino al cosidetto “pop barocco”.
E’ musica ombrosa ed avvolgente da ascoltare nelle fredde sere invernali. Bussando alla porta dei The Irrepressibles ad accoglierci sarà soprattutto un elemento, costante in ogni loro traccia prodotta: l’eleganza li contraddistingue sia negli arrangiamenti più intimi, in cui un solitario violino armonizza su arpeggi di piano, sia negli arrangiamenti più orchestrali in cui esplodono sintetizzatori, archi e percussioni.
Dopo aver inciso 6 EP hanno realizzato due album: Mirror (2010) e Nude (2012). Due lavori (il secondo in particolare è una vera perla) da ascoltare nella loro integrità, in cui le tracce riescono a rimanere unite e legate nel vortice delle variazioni dei loro arrangiamenti.
Questo trio newyorkese affonda le proprie radici in una spettacolare fusione tra jazz, swing e hip hop, un mix caldo e dalle sonorità naturali.
Attivi dagli inizi degli anni ’90, i MMW avevano attirato a sé l’attenzione nei vari Jazz Club di New York grazie alla loro ottima propensione e gusto nell’improvvisazione. Molto attivi anche per quanto riguarda le lavorazioni in studio, il trio resta molto legato al versante live.
Una buona spinta al loro successo è stata data anche dalla collaborazione e tour insieme a una leggenda della chitarra Jazz: John Scofield.
I Medeski, Martin & Wood sono un ottimo approccio anche per chi si vuole avvicinare al jazz in modo graduale.