Terza posizione per un altro lavoro di Spike Lee, una collaborazione importante per la carriera di Samuel L. Jackson. Flipper è un architetto di successo, sposato con una bambina. Il padre di Flipper è un pastore e suo fratello Gator (Samuel L. Jackson) è un tossico dipendente che fa uso di crack. Purtroppo un giorno Flipper decide di tradire la moglie con la sua segretaria, una ragazza di origini italiane. Si confida con un amico con i sensi di colpa e l’amico non tiene la bocca chiusa. Ma lo scandalo vero e proprio non è il tradimento, ma il fatto che sia andato a letto con una ragazza bianca. Sullo sfondo della storia seguiamo anche le vicende del fratello Gator, continuamente a caccia di soldi. Spike Lee parla della società come solo lui sa fare. Porta sullo schermo, senza censure, le differenze culturali che popolano l’America, la chiusura del pensiero sulle coppie miste. Per quanto riguarda l’interpretazione di Jackson, non si è mai visto in un ruolo così. Si cala completamente nella parte e per questo lavoro riceve un premio al Festival di Cannes nel 1991, come migliore attore non protagonista. Jungle Fever è dedicato a Yusef Hawkins, un ragazzo afroamericano ucciso in circostanze assurde: mentre andava a comprare una macchina nuova, si ritrovò in un sobborgo italo-americano; qui una ragazza stava discutendo con il suo fidanzato e vedendo passare Yusef disse che era il suo amante per farlo infuriare. Gli amici del fidanzato lo seguirono e lo uccisero con un colpo di pistola. Lasciatevi guidare da Spike Lee per conoscere più profondamente la società americana.