Il libro fittizio su cui è basata la filosofia di Donnie Darko

La grande pellicola di Richard Kelly, Donnie Darko, è divenuta un vero film di culto negli anni, che tuttora non perde il suo fascino. Questo, purtroppo, soltanto dopo il flop che all'epoca ebbe al botteghino. 

Donnie Darko
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La vicenda, nonché trama essenziale del film di cui forse vedremo un nuovo sequel, la conosciamo tutti.

Donnie Darko (Jake Gyllenhaal), è ”l’eroe” contorto e al contempo vittima implicita della storia. Egli è un bel liceale con una maturità profonda per la sua giovane età, dotato di un’elevata e notevole intelligenza. L’introverso adolescente però, combatte contro problematiche interiori. Infatti, Donnie Darko è affetto da probabile schizofrenia con conseguente cura farmacologica.

Donald è figlio di genitori appartenenti alla cosiddetta middle class americana. Non è figlio unico, ma fratello di una sorella minore e di una maggiore: Samantha ed Elizabeth. Tutto nella sua monotona e tranquilla vita in periferia, sembra mutare improvvisamente la notte del 2 Ottobre 1988. Un motore di un aereo, quella sera, cade proprio nella sua camera, al piano superiore della casa. Fortunatamente però, il giovane non si trovava lì a causa di un evento di sonnambulismo. Questo sarà il momento in cui incontrerà una figura determinante per la sua esistenza, il coniglio Frank. Il macabro coniglio, inoltre, gli farà sapere quanto tempo rimarrà per la fine del mondo. 28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi.

Donnie Darko
L’inquietante coniglio Frank.

Donnie Darko è un’opera che ha fatto parlare di sé, sia negativamente che non. Come molti prodotti artistici, ha diviso il pubblico: chi lo stronca, chi invece lo reputa un capolavoro anni 2000. Un’opera così complessa come Donnie Darko merita però, più di una visione e, inoltre, un’approfondita riflessione. Il film, che si distingue nel campo, ha lasciato al pubblico varie ipotesi. La prima, si risolve a una schizofrenia isterica di Donnie. Tale allucinazione lo porterebbe a immaginare tutto come se fosse parte integrante della realtà. Il mondo parallelo di fantasia, diverrebbe così reale da sostituire la realtà stessa.

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L’onirico che gioca a scacchi con la psiche facendo crollare il pezzo più importante della scacchiera: la regina. La risata compiaciuta di Donnie prima della sua morte, in questo caso, sarebbe una sorta di realizzazione. Un velo che crolla dagli occhi. Capire come, in verità, la pazzia sia stato sempre il filo conduttore della tua esistenza fino all’auto-distruzione.

Donnie Darko
Donnie Darko allo specchio.

Donnie Darko però, non si può ridurre tutto a un sogno premonitore. L’opera, non può nemmeno semplificarsi come l’allucinazione di un soggetto con disturbi psichici. Richard Kelly, infatti, ci porta a qualcosa di più filosofico: più complesso. E’ un prodotto d’arte pluridisciplinare che esige svariate e complesse chiavi di lettura. L’interpretazione più accreditata, che risulta anche quella più appropriata e sensata, è quella della dimensione parallela. Frank, deceduto, sarebbe capace di tornare indietro nel tempo per cercare di dare un senso agli eventi. Il suo scopo è impedire il paradosso creato dalla caduta del reattore sull’abitazione di Donnie Darko.

Donnie così, ha l’opportunità di vivere per 28 giorni nell’universo tangente (universo parallelo del multiverso). Con questa sfida tra spazio e tempo, con la lotta tra futuro e passato, Donnie sceglierà di sacrificarsi. Tramite il wormhole, una scorciatoia/cunicolo temporale, il ragazzo tornerà alla notte del 2 ottobre 1988. Una volta giunto lì, sceglierà da sé di morire nella sua camera. Tutti coloro che hanno incontrato Donnie durante il breve periodo nell’universo tangente, ne avranno come un vago ricordo. Tutto si ridurrà a una spiacevole sensazione, un vuoto incolmabile che li spingerà a svegliarsi in lacrime durante la notte.

La mente dimentica, ma la consapevolezza rimane con te. La sua scelta avrà conseguenze, poiché sua madre e sua sorella non moriranno nella tragedia in aereo. Gretchen (suo profondo amore) non verrà investita a morte da Frank e quest’ultimo, non verrà ammazzato da Donnie. Un modo per rettificare a eventi che porterebbero  alla distruzione totale del mondo a cui appartengono i personaggi di quest’opera. Alla fine di tutto.

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Donnie Darko
Donnie Darko osserva il wormhole.

All’interno del film, viene citata un’opera letteraria che apre un vero e proprio mondo a Donnie. Donnie, tramite la lettura del libro, riuscirà a far luce sui suoi dubbi e a comprendere cosa gli stia accadendo. Quando tutto sembra folle, c’è proprio accanto a lui qualcuno che, senza saperlo, lo aiuterà. Un individuo a conoscenza di ciò che lo intrappola tra due mondi.

Roberta Sparrow è la chiave per la conoscenza.

La sua opera, che lei stessa prega sia ”un lavoro di finzione”, potrebbe essere una vivida realtà per Donnie.  La ”bibbia” sulla filosofia intrisa in Donnie Darko, è La filosofia dei viaggi nel tempo.  The Philosophy Of Time Travel è (nel film) un libro scritto in gioventù da Roberta Sparrow, nonna Morte. Pochi sanno, però, che l’opera fittizia è stata realmente scritta appositamente per il film.

‘Se sarò ancora viva quando gli eventi riportati in questo libro accadranno, allora spero che mi troverete prima che sia troppo tardi. 

Roberta Sparrow, Ottobre 1944

Così si conclude l’introduzione de La filosofia dei viaggi nel tempo, su cui si basa la poetica di Donnie Darko. La lettura d’esso è di vitale importanza per comprendere appieno il significato che caratterizza il multiverso. Il multiverso è l’ipotesi che comprende l’esistenza di più universi paralleli al nostro, coesistenti fuori dal nostro spazio-tempo.  Una delle teorie è proposta da Andrej Linde, basata su studi fisici di Alan Guth. Spiega come ciò sia possibile tramite gli universi a bolla. Essi sono immaginati come dei dischi posizionati parallelamente, come un mattone sopra un altro mattone.