La seconda stagione di Stranger Things, ha visto ormai esaurirsi il binge watching sfrenato dei fan, con molti già in attesa della prossima stagione. La serie ancora una volta ha riscosso successo grazie alla perfetta atmosfera anni ’80 ispirata ai film di avventura come i Goonies eStand by Me, ma soprattutto alle grandi pellicole horror e di fantascienza degli anni ’70 e ’80. Non a caso la campagna promozionale di Netflix puntava proprio sui film cult del periodo; prima del rilascio della seconda stagione infatti sono state pubblicate locandine da brivido con riferimenti a film comeLa Casa, Nightmare on Elm Street, Lo Squalo e Alien.
Nel sotto-sopra nessuno può sentirti urlare
Il legame tra Alien e Stranger Things era ben definito fin dalla prima stagione della serie; ma con i nuovi episodi i riferimenti alla nota saga fanta horror sono diventati impossibili da non notare.
Evidente è l’ispirazione allo Xenomorfo, la spaventosa creatura nata dai disegni di Hans Ruedi Giger, per la realizzazione del Demogorgone, una creatura senza volto e priva di occhi esattamente come lo Xenomorfo. Per non parlare della spaventosa bocca del mostro, uno degli elementi più distintivi, ricorda le uova presenti in Alien. Con la seconda stagione in aggiunta è statorivelato il processo di crescita ed evoluzione del Demogorgone. Un ciclo vitale che ricorda ancora una volta quello di Alien, grazie a piccoli dettagli che gli spettatori più attenti avranno sicuramente notato; in particolare la pelle del mostro dopo la muta e il gatto rosso (decisamente più sfortunato rispetto alla pellicola di Scott).
Da notare che nel primo film dedicato allo xenomorfo i protagonisti sono costretti ad affrontare una sola creatura che appare quasi invinicibile, dando vita ad una pellicola ricca di tensione e suspense. Differentemente nella seconda pellicola della saga il numero di mostri aumenta, lasciando la precedenza ad atmosfere molto più action in cui la creatura stessa viene mistificata; atmosfere e cambiamenti ripresi in egual modo in Stranger Things.
Stay Frosty
Tutte le sequenza ambientate nei cunicoli sono chiaramente riprese dal nido presente in Aliens-Scontro Finale di James Cameron del 1986; entrambi ambienti umidi, labirintici e lontani dalla luce, pullulanti di spore e creature striscianti. Una flora e una fauna sempre camuffata dalle pareti, a loro volta ricoperte da materiale organico.
Importantissima per il confronto è la sequenza finale dell’episodio La Spia, esplicitamente ripresa da una delle scene più famose della pellicola di Cameron. In entrambi i casi Paul Reiser, lo scienziato nella serie, osserva da lontano mentre un gruppo di soldati vengono intrappolati e massacrati da feroci creature. In lingua originale viene anche ripetuta la battuta “Stay Frosty”, detta dal Sergente Apone in Aliens. Ma per rendere il tutto ancora più esplicito, la tragica fine dei soldati viene mostrata attraverso un rilevatore di movimento e una serie di telecamere a circuito chiuso.
Stranger Things viene considerata una delle migliori serie tv degli ultimi anni, adorata dai fan e promossa a pieni voti dalla critica, nonostante sia un prodotto che di orginale ha ben poco. Gli ideatori della tanto acclamata serie, hanno creato un prodotto che strizza l’occhio in maniera quasi morbosa alle grandi pellicole cult del genere. Un prodotto che risulta essere un grande investitore sulla nostalgia del passato, un fattore che negli ultimi anni fa da padrone delle logiche di mercato. Hollywood sembra essere entrata in una spirale distruttiva, producendo ogni giorno nuovi remake o spin-off di film e serie TV. Lasciando gli spettatori più esperti ad interrogarsi sul fatto che sia una semplice e spudorata azione di marketing, o un modo per affascinare le nuove generazioni.
Stranger Things ha perlomeno il merito di creare una storia originale e ben strutturata, sebbene le ambientazioni e le citazioni nostalgiche impregnino il prodotto dell’essenza di film cult.