Intervista a Federico Sfascia, regista di I REC U

I REC U
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Federico Sfascia è un giovane regista italiano che ha esordito qualche anno fa con la pellicola I REC U, attualmente disponibile su youtube.

Uno dei lavori più interessanti e meritevoli nel nostro panorama cinematografico contemporaneo, capace di richiamare lo stile di molti cenasti noti come: Burton, Raimi e BavaUn lavoro che si rifà ad uno stile di cinema ormai scomparso, ma di cui abbiamo estremo bisogno. Un film che, nonostante risenta del budget irrisorio, è capace di trasportare lo spettatore in una realtà che ne omaggia molte altre, intrattenendo ed ammaliando al tempo stesso. Siamo entrati in contatto con il regista Federisco Sfascia, al quale abbiamo rivolto alcune domande.

D.R.: Quali sono i registi che ti hanno ispirato maggiormente nella vita?

Federico Sfascia: “Nella vita Sylvester Stallone. In particolare mi colpisce sempre il fatto che sia un uomo di cinema praticamente completo, uno sceneggiatore, attore e regista di valore assoluto, che però continua ad essere deriso spesso e volentieri anche da quelli che vorrebbero fare del cinema una professione.

È un grande esempio di determinazione, umiltà e lucidità, perché sostanzialmente ti fa capire che puoi anche essere il migliore del mondo (e Stallone lo è) ma ci sarà sempre qualcuno per cui sarai un povero coglione (e chi lo pensa di Stallone lo è). È una visione che aiuta a mantenere aperto il dialogo con il prossimo prima di passare, inevitabilmente e giustamente, alle mani in faccia.”

 

D.R.: Come ti è venuta l’idea per “I REC U”?

Federico Sfascia: “Non ne ho la più pallida idea, o quanto meno non me lo ricordo. Però c’ho messo il cuore e tutto quello che avevo vissuto e capito fino ad allora sull’argomento. Un certo tipo di amore sia ossessivo ed autoreferenziale, come una condizione mentale o fisica possa isolare fino a far perdere la comprensione di quel che ci circonda, come dare un senso alla vita richieda sempre una piccola parte di bugia. Sostanzialmente è un film squilibrato sulla ricerca di un utile equilibrio per stare in bilico sull’inutilità. Boh.

I REC U

D.R.: Quali sono i passaggi che dovrebbe fare un regista esordiente, per trovare una casa di distribuzione per il proprio film?

Federico Sfascia: “Non ne ho idea, sono la persona sbagliata cui chiederlo perché tutti i passi che ho fatto io sono stati falsi. Posso dirti cosa non si dovrebbe fare:

  1. Essere me.

2. Girare film come i REC U.

3. Pensare di poter puntare direttamente al cinema senza una solida base economica promozionale che convinca il pubblico, ben prima di farlo entrare in sala.

Queste sono cose che, per esperienza, posso dire che non vanno fatte.

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D.R.: Il personaggio di Neve di “I REC U” da cosa/chi è stato ispirato?

Federico Sfascia: “Adolescenti rincoglioniti che pensano di poter capire tutto in maniera passiva, senza esperienza diretta, attraverso la musica, i film o i fumetti. Adolescenti tipici insomma. Che se sono fortunati sbattono il muso con la realtà e si svegliano, se sono sfortunati prolungano lo stato di sottosviluppo mentale fino ai cinquant’anni. Nel film tutte le fissazioni opprimenti del protagonista spariscono man mano che appare una maggiore consapevolezza del mondo che lo circonda. È ispirato ad un processo di crescita attraverso il quale passano tutti i giovani che vivono nella parte fortunata del mondo, quella in cui la massima preoccupazione è scrivere cazzate su facebook invece che arrivare a fine giornata senza essere ammazzati da malnutrizione, bombe o malattie.

Il nome invece me l’ha ispirato un mio amico iraniano che si chiama Neeve. Gli ho tolto una “e” per suggerire lo stretto legame tra il cinema e la cocaina. Non è vero, vi sto imbarcando di cazzate, scusate. Cioè Neeve esiste davvero, lo trovate anche su facebook. Anche la cocaina esiste davvero, la trovate sui set dei film. Cazzo, l’ho fatto di nuovo. Vabè, basta.

 

D.R.: Vedremo mai I REC U al cinema?

Ormai non credo. Ha fatto il suo giro, forse ci saranno degli eventi speciali ma niente di definito…ad esempio quest’anno è stato proiettato al Future Film Festival all’interno della rassegna Apocalissi a basso costo. C’è in programma un’ edizione in dvd con nutriti contenuti speciali, ma è un lavoro molto lungo. Pazienza Iago, pazienza (cit.).

I REC U

D.R.: Hai dei progetti per il futuro? E se si, quali sono?

Federico Sfascia: “A parte rimanere a totale disposizione come schiavo o quant’altro per i progetti futuri di Alessandro Izzo e Francesca Detti, tipo Twinky Doo (visitate la pagina del film ) o quelli di Domenico Guidetti o della Krakatoa Ink? Quindi praticamente tutti gli autori che stimo immensamente e con cui ho avuto la fortuna di collaborare?

A parte ciò che ho espresso in questa lunghissima e grammaticalmente vergognosa domanda? Sto lavorando ad una nuova versione di Alienween, nuova versione nel senso che mantengo la storia di base ma ne sto tirando fuori un film praticamente nuovo con titolo nuovo: StelleStrega. Sembra il nome di una cover band italiana di Jem e le Hologram ma a me piace. Lo sto facendo perché Alienween, che era un film su commissione, ha subito delle deviazioni problematiche non dipendenti dalla mia volontà, deviazioni che ho deciso di raddrizzare. Magari peggioro le cose, ma almeno lo faccio con ottusa convinzione e senza rimpianti. C’è in ballo anche un altro film, che richiede più tempo, un dramma sportivo dal titolo provvisorio Il Re del Pugno.

Poi c’è la morte, ovviamente, un progetto su cui praticamente investirò tutta la vita e che sono sicuro di raggiungere con successo. Non servono budget stratosferici, serve solo tempo.”

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Sfascia sta inoltre lavorando ad una serie a fumetti intitolata THE SCI-FEAR CLUB che prima troverete qui e poi, ci auguriamo, in volume.

 

Davide Roveda: Per te il cinema che cos’è? E quale il suo scopo?

Federico Sfascia: “il cinema è una forma espressiva in grado di arrivare ad un pubblico vastissimo e variegato. È estremamente immersivo ed immediato come mezzo, lo spettatore può fruirlo passivamente perché il cinema ti fornisce la musica, le immagini, la storia ed il messaggio. Non può fornirti un cervello, ma con il tempo, influenzando una buona base, può concorrere a strutturare un buon pensiero. Può fare questo o l’esatto contrario. Pensate a che potere ci si espone quando si va “per spegnere il cervello”.

Comunque prima di rispondere così avevo pensato “Il cinema serve per beccare la fica”. Però questa risposta mi era  venuta di getto perché avevo letto “scopo” con chiusura vocale sbagliata. E poi è il periodo sbagliato per insinuare che il cinema sia un mondo dove regnano gli scambi sessuali e la cocaina. E due co’ sta cocaina.

Il cinema è poesia, arte e altra roba senza cocaina e molestie.”

 

D.R.: Il tuo secondo lungometraggio approderà su youtube? Oppure avrà una distribuzione?

Federico Sfascia: “Per StelleStrega youtube non è previsto, probabilmente si tenterà una distribuzione alternativa nelle sale, con proiezioni evento e sicuramente un dvd, forse congiunto ad I REC U e ad un disco con dei making of artigianali molto illuminanti e, spero, divertenti. Per il Re del Pugno o si esce in sala o non se ne fa niente. Quindi probabilmente non se ne fa niente.

Ringrazio voi per le vostre domande, scusate per le risposte e vi lascio con dei consigli:

  1. Non drogatevi. Non serve a niente, non vi fa diventare artisti ispirati, vi fa solo diventare poveri.

2. Date il cinque per mille alla ricerca o ad associazioni di volontariato.

3. Domandate ad un prete se Dio è sempre al suo fianco e lo protegge e poi mollategli uno schiaffo fortissimo per vedere se è vero.

4. Litigate di meno su facebook e prendetevi di più a coltellate nella realtà. È liberatorio per i nervi e per l’ambiente.

Fine. L’unica certezza.