La Samsung usò Odissea nello spazio per togliere un brevetto alla Apple

A volte la lotta per il predomino del mercato è costituito da mosse davvero imprevedibili. La Samsung ne ha dato un esempio durante la guerra contro l'iPad

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Samsung vs. Apple

Spesso, la fantascienza ha anticipato progressi che neanche le più rosee aspettative avrebbero potuto delineare. Anni di fervida immaginazione valorizzati dal raggiungimento di una scoperta, concretizzati dalla continua ricerca scientifica.

Innumerevoli sono gli esempi di tale attitudine della fantascienza, ma oggi vi parleremo di un caso in particolare, che ha dell’incredibile.

Nel 2011, quando la “battaglia dei tablet” tra la Samsung e la Apple iniziò a farsi incandescente, la casa di produzione coreana le tentò davvero tutte pur di danneggiare l’iconico avversario. Quest’ultimo, all’epoca, era sulla cresta dell’onda per aver imposto il suo iPad al mercato mondiale.

Una delle mosse più significative della Samsung fu quello di cercare di far annullare il brevetto del famoso tablet, di cui, ovviamente, ne beneficiava l’azienda creata da Steve Jobs.

La mossa della Samsung si concretizzò in sede giudiziaria, ove una delle dichiarazioni più interessanti riportava queste parole:

“per ciò che riguarda il design registrato dal brevetto D’889, il tablet contenuto nel filmato ha una forma rettangolare con uno schermo che ne prende la maggior parte dello spazio, bordi sottili, una superficie frontale predominantemente piatta, una superficie posteriore nera piatta (ciò è evidente poiché il tablet giace piatto sulla superficie del tavolo), e un formato sottile”

Da Kubrick all’iPad

Il filmato a cui si riferisce la dichiarazione della nota azienda è nientepopodimeno che una scena di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Precisamente, questa:

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odissea

Come potete notare, entrambi gli astronauti (in questo caso Bowman) sono dotati, per comunicare con la terra, di schermi che ricordano incredibilmente i tablet della Apple. Ricordiamo che la pellicola è del 1968, quindi ben quarantadue anni separano le immagini del film dall’invenzione di Jobs.

L’enorme distanza di tempo che separa il film di Kubrick dalla presentazione dell’Ipad non fermò la Samsung nell’utilizzare le scene del film come prova per sostenere le proprie ragioni.

Perché proprio 2001?

Effettivamente, l’opera di Kubrick è caratterizzata da una profonda accuratezza scientifica, attività intellettuale che ha sempre caratterizzato le opere del grande regista.

Molte sono le tecnologie presenti in 2001 che poi, effettivamente, sono diventate realtà negli anni successivi. Come, ad esempio, gli schermi della navicella in cui viaggia il dottor Floyd, che trasmettono programmi di svago e che verranno introdotti nelle compagnie aeree solo dodici anni dopo l’uscita del film. Oppure, la video chiamata dello stesso dottor Floyd alla figlia, che ricorda il nostro Skype. O, addirittura, possiamo trovare in Hal un qualcosa di Siri, o meglio, il perfezionamento degli elaboratori che negli anni ’60 iniziavano a poter fare le operazioni che Hal9000 svolgeva senza difficoltà. Come giocare a scacchi o, di più recente invenzione, leggere il labiale (anche se con risultati molto al di sotto degli standard del super computer kubrickiano).

Tutto ciò è assolutamente molto affascinante ma va preso con le pinze. Bisogna evitare di credere di trovarsi di fronte ad una pellicola totalmente sibillina.

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Difatti, numerose sono le tecnologie di 2001 superate ormai da un pezzo oppure che non hanno avuto lunga vita nel progresso tecnologico. Basti pensare alla stampa di documenti su scheda perforata, superata, anni dopo, ampiamente dai floppy disk. Oppure dall’impossibilità di ibernare le persone, sfida ancora oggi apertissima e su cui Kubrick si era dimostrato troppo ottimista; inoltre, anche il fallimento della compagnia aerea Pan Am ha smentito le previsioni del regista, convinto che tale azienda avrebbe gestito anche i viaggi interplanetari.

Pertanto, per quanto la fantascienza possa anticipare scoperte e tecnologie, il futuro resta incerto e quasi sempre imprevedibile.

Una sentenza significativa

Proprio questa opinione, ritornando all’azione giudiziaria della Samsung, portò i giudici a negare la richiesta di abolizione del brevetto della Apple. Il tribunale tedesco, responsabile di giudicare la richiesta,  stabilì che le scene del film non rappresentavano un caso di prior art. Quest’ultimo è “un concetto molto importante nel processo per stabilire l’effettiva innovazione e il passaggio inventivo”.

Inoltre, il giudice reputò l’argomentazione poco sussistente, poiché la semplice visione di alcune scene di 2001 non avrebbero permesso di dare alla Apple elementi per costruire una difesa adeguata.

La Samsung, quindi, dovette rinunciare alla propria battaglia e non le restò che prendere atto dell’avversa sentenza:

“Samsung non ha alcuna prova che i prodotti usati in Odissea nello Spazio e in Tomorrow People dimostrino una violazione da parte di Apple o l’invalidità dei suoi brevetti”