Quentin Tarantino: Ecco perché non ama Netflix

Tarantino spiega i motivi per cui proprio non riesce ad amare una piattaforma come Netflix. Si è persa la sensazione della scoperta e della ricerca

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Tarantino ha ben spiegato le motivazioni che lo spingono a non abbonarsi a Netflix. Lui è un nostalgico, uno di quei registi che molto probabilmente ancora infila le VHS nel videoregistratore.

Il regista è da qualche giorno sui rotocalchi di tutto il mondo poiché sta facendo parlare del suo nono film, intitolato provvisoriamente #9 o 1969.

Dopo aver trovato la casa di produzione (Sony Pictures) sembra essere pronto ad iniziare a girare quello che sarà il suo penultimo film. Quentin Tarantino dichiarò tempo fa le sue intenzioni di voler lasciare la macchina da presa dopo aver girato il suo decimo film. Ricordiamo che ha abbandonato la Weinstein Company dopo lo Scandalo Weinstein, episodio che ha coinvolto il massimo esponente Harvey Weinstein.

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Ha spiegato a The Playlist la visione che ha della fruizione cinematografica. Il piacere della scoperta che lo accompagnava a girare ore e ore dentro i videostore dove un tempo ci lavorava. Chiunque abbia vissuto negli anni ’80 e ’90 ricorda quelle occasioni di godimento. Quando si spalancavano le porte del Blockbuster e si apriva un mondo.

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Purtroppo per lui però l’unico posto dove ancora sopravvivono i Blockbuster è l’Alaska, come scritto qui.

Ecco la sua dichiarazione a The Playlist:

È molto triste per me. Particolarmente triste. Sono un po’ sorpreso che tutto questo sia accaduto con tale velocità, e anche di come il pubblico sia cambiato. Nessuno guarda più al passato, e a nessuno interessa. La mia non è solo una questione nostalgica. Non sono abbonato a Netflix, per cui non posso dirvi esattamente come questa piattaforma funzioni. Anche se nel pacchetto sono compresi dei canali cinematografici, hai una sorta di guida, da cui puoi guardare o registrare qualcosa… Alla fine, probabilmente, nonostante sia nella lista, non la guarderai minimamente, oppure la vedrai per 10 o 20 minuti, o magari in contemporanea inizierai a fare qualcos’altro e dirai: ‘Nah, non mi coinvolge’. 

I video store erano una realtà completamente diversa: ti guardavi attorno, sceglievi ciò che ti colpiva, e leggevi il retro della cassetta per scoprire la trama. Si facevano delle scelte, e magari parlavi con il ragazzo dietro al bancone, scambiandovi delle opinioni e dei consigli. In un certo senso venivi investito da qualcosa di magico, una magia che la tecnologia elettronica non può offrirti. Ora, magari, noleggiamo tre film, ma poi per mancanza di tempo o altro non riusciamo nemmeno a vederli. Prima andavi al video store sotto casa con l’intenzione di prendere Top Gun, perché volevi vederlo, e magari tornavi a casa, oltre che con Top Gun, anche con un altro film di cui non avevi mai sentito parlare prima, perché volevi qualcosa in più di Top Gun. Un film che non conoscevi, ma che ti aveva attirato per un qualche oscuro motivo, e quindi lo noleggiavi, dandogli una chance. Ecco cosa abbiamo perso, l’impegno, la dedizione… Il senso della scoperta.“.

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