Strofe: Autogrill e Autostrada, gli incontri secondo Guccini e Silvestri

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Diversamente dal solito, affronteremo l’intreccio di due canzoni scritte da due cantautori di epoche e stili differenti: Guccini e Silvestri.

In questo articolo parleremo di due canzoni (solitamente nella rubrica ne affrontiamo una alla volta) ponendole a confronto nelle rispettive scelte stilistiche, narrative e tematiche. Le due canzoni sono Autogrill di Francesco Guccini (contenuta nell’album Guccini del 1983) e Autostrada di Daniele Silvestri (da Unò-duè del 2002). Il primo ha fatto scuola nel cantautorato, il secondo è sicuramente tra i migliori nel raccogliere gli insegnamenti indiretti della “vecchia scuola” cantautorale italiana.

Entrambe le canzoni raccontano un incontro improvviso con una donna/ragazza ed entrambe sono narrate in prima persona dal punto di vista dell’uomo/ragazzo.

 

Silvestri di Daniele Barraco 2 1

Evidenti queste affinità tanto quanto le seguenti differenze strutturaliAutostrada presenta un parlato nelle strofe (marchio di fabbrica frequente in Silvestri) e un ritornello ben definito e cantato. L’arrangiamento crea un’atmosfera notturna. Il testo segue un procedimento simile all’ impaginazione di una sceneggiatura cinematografica: prima la descrizione della scena, poi le azioni, poi i dialoghi; infatti dalla prima strofa fino metà canzone Silvestri procede con una descrizione del luogo in cui avviene l’incontro, prima di narrare il momento dello stesso. Ovviamente non rinuncia a suggestività. Ci troviamo in un luogo desolato di una qualche provincia italianaabitato da fate / e da poche altre forme di vita ugualmente concrete” dove il caldo d’estate è insopportabile (l’estate da noi non è mica un periodo felice/che il caldo ti toglie la pace“). A metà canzone inizia la narrazione dell’incontro con un improvviso “Fu lì che la vidi“.

Fu lì che la vidi, a braccetto col prete
era il 5 aprile e tirava una brezza che dava colore alla quiete
e il profumo di pane alle olive.
Lei pure mi vide e forse sorrise
non sono sicuro ma forse davvero davvero sorrise
perchè all’improvviso fu molto più forte l’odore del pane alle olive.

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Autogrill invece è interamente cantata, non presentando tuttavia un ritornello ben definito. Qui l’atmosfera è evidentemente diurna (crepuscolare “basso il sole all’orizzonte“)sottolineata da una chitarra acustica incalzante e dallo stacco di chitarra elettrica che quasi richiama un’ambientazione western (nella versione studio). Il procedimento descrittivo di Guccini è differente rispetto a Silvestri: descrizione del luogo e del personaggio incontrato (la ragazza) e narrazione si uniscono e si alternano. Anzi, la canzone narra l’incontro fin dalla prima riga. Siamo già dentro il piccolo autogrill  e dietro al banco abbiamo una ragazza. e se ne narrano già le azioni consuete del suo mestiere che sta svolgendo.

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La ragazza dietro al banco mescolava birra chiara e Seven-up,
e il sorriso da fossette e denti era da pubblicità,
come i visi alle pareti di quel piccolo autogrill,
mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR.

E’ interessante notare come in entrambe le canzoni questi incontri siano momenti suggestivi. In Autostrada la suggestività è raccolta dal dialogo tra lui e lei, poetico e magico ai limiti del credibile:

A volte succede qualcosa di dolce e fatale
come svegliarsi e trovare la neve
o come quel giorno che lei mi sorrise
ma senza voltarsi e fuggire.
Vederla venirmi vicino fu quasi morire
trovare per caso il destino
e non sapere che dire
ma invece fu lei a parlare:
“Mi piace guardare la faccia nascosta del sole
vedere che in fondo si muove
dormire distesa su un letto di viole –
mi disse – e a te cosa piace?”

“Mi piace sentire la forza di un’ala che si apre
volare lontano
sentirmi rapace, capace di dirti ti amo
aspettiamola insieme l’estate”

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In Autogrill la suggestività è esplicitamente artificiale: il protagonista per creare l’atmosfera adatta mette un disco nel jukebox fingendo disinvoltura. Il dialogo però è differente rispetto a quello proposto da Silvestri: è infatti immaginario e non contiene una risposta di lei.

Ma nel gioco avrei dovuto dirle: 
“Senti, io ti vorrei parlare – 
poi prendendo la sua mano sopra al banco –
Non so come cominciare.

Non la vedi, non la tocchi oggi la malinconia?
Non lasciamo che trabocchi: vieni, andiamo, andiamo via.”
Terminò in un cigolio il mio disco d’ atmosfera,
si sentì uno sgocciolio in quell’ aria al neon e pesa,
sovrastò l’ acciottolio quella mia frase sospesa “ed io… “
ma poi arrivò una coppia di sorpresa.

L’ultimo verso di questa strofa ci dà lo slancio per confrontare i finali. In entrambi vi è la rottura della magia creatasi. In Autogrill è l’ingresso di una coppia a rompere l’atmosfera che spinge il protagonista a limitarsi a pagare, lasciare una mancia ed andarsene:

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E in un attimo, ma come accade spesso
cambiò il volto d’ ogni cosa,

cancellarono di colpo ogni riflesso
le tendine in nylon rosa,

mi chiamò la strada bianca,
“Quant’è?” chiesi e la pagai
le lasciai un nickel di mancia
presi il resto e me ne andai.

In Autostrada sono invece i pensieri e le paure del protagonista a far svanire la magia:

e intanto volevo sparire
pensando alle cose che avevo da offrire
l’incrocio,
la casa,

la chiesa,
la croce,
l’incrocio, la casa, la chiesa, la croce
ed in più lo spettacolo atroce di tutta
la gente che passa ci guarda e prosegue veloce
ci osserva e prosegue veloce
magari sorride, ma sempre prosegue veloce

guccini

In questi due finali è contenuta la vera ed interessante differenza tra le due canzoni e riguarda il rapporto con l’Altro al di fuori della “coppia”, dunque con le persone esterne; segno di due modi differenti di rapportarsi con il mondo, di desideri diversi, di cercare una completezza all’infuori della coppia da un lato e trovarla all’intero della coppia stessa dall’ altro.
Più precisamente: in Autostrada il protagonista desidera la presenza delle persone nel luogol’assenza è da lui vista come una caratteristica negativa del mondo che sta offrendo alla ragazza; in Autogrill l’assenza di persone intorno era per il ragazzo/uomo provvidenziale nella suggestione dell’incontro.

In coda è giusto specificare che Guccini ha scritto anche una canzone dal titolo Incontro (1972). Tuttavia questa notevole canzone narra di un incontro dopo dieci anni tra due persone che già si conoscono, motivo per cui la canzone non è stata inserita in questo confronto.