“L’erba gramigna non muore mai” questo è il detto che le nostre nonne usavano, in maniera macabra, riferendosi al fatto che sono sempre i buoni ad andarsene per primi. Però la vita prima o poi presenta il conto a tutti e così è stato oggi per Charles Manson, uno dei più feroci assassini della storia americana.
Classe 1934, noto per essere a capo di una setta chiamata “Family”, il criminale statunitense divenne tristemente famoso per essere stato il mandante di due dei più efferati omicidi della storia degli Stati Uniti: quello di Leno LaBianca e di sua moglie, e quello in cui fu assassinata Sharon Tate, moglie incinta del regista Roman Polanski, e quattro suoi amici.
Manson, prodotto malato di quelli che furono gli anni ’60, anni caratterizzati dall’idea di libertà e di pace, in contrapposizione ad una delle guerre più importanti della storia mondiale, covò dentro di se la frustrazione di essere un “signor nessuno” in cui molti “nessuno qualsiasi” diventavano “qualcuno“.
La sua più grande ossessione? diventare famoso. Il suo sogno divenne realtà quando decise di prendere una strada diversa rispetto a quella dei suoi colleghi appassionati, come lui, di musica: dedicandosi alla criminalità.
Grande appassionato di musica, specialmente dei Beatles, sogna di far parte di quel mondo e di raggiungere la fama diventando il quinto componente del gruppo inglese e dedicandosi, nel tempo libero, a trasformare la comunità hippie “Family” in una setta che predicava lo scontro razziale tra bianchi e neri: l’Helter Skelter.
Ciò che caratterizzò il modus operandi di Manson fu il fatto di non aver personalmente ucciso le vittime. Come guru della “Family”, manipolò i suoi seguaci a tal punto da spingerli ad uccidere per suo conto, con armi da fuoco (pistola calibro 22) e armi bianche (pugnali e coltelli).
Charles Manson è stato definito per anni come icona del male assoluto, frutto di una società malata d’ipocrisia: satanista, corruttore di giovani menti, il più famoso serial killer statunitense di tutti i tempi; addirittura divenne anche vittima di un complotto di stato che voleva colpire il movimento hippie, attraverso la sua condanna. Manson non smise mai di alimentare la propria fama “maledetta”, grazie anche ad un forte interesse dei media che gli permisero di far parlare di sé, documentando finemente e nel dettaglio i suoi numerosi gesti sensazionalistici.
Tra i suddetti ricordiamo l’annuncio del 2014, in cui annunciò il suo imminente matrimonio con Marry Afton Elaine Burton, giovane ventiseienne, soprannominata Star. Ma come ci ricorda il buon Manzoni: “questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”, no, perché Manson scoprì nella ragazza, più che una vena da inquietante groupie di serial killer, una scaltra affarista.
CHARLES MANSON: LA STORIA
Come molti assassini seriali Manson ebbe un infanzia particolarmente difficile vissuta con una famiglia problematica e disfunzionale. Nacque a Cincinnati il 12 novembre 1934 da Kathleen Maddox, prostituta e alcolista sedicenne. che si trova a dover crescere un bambino indesiderato. la prima idea di Kathleen fu quella di abbandonare il piccolo ma, su insistenze della famiglia decise di crescere il piccolo Charles Milles Maddox.
Successivamente Kathleen convinse un certo William Manson a riconoscere il piccolo Charles. Una delle leggende, confutate, su Manson volle che “Manson” fosse un cognome mistico affibbiatosi dallo stesso Charles quando si trasformò nel messia della sua setta (Man-Son, figlio dell’uomo). Kathleen però non riusciva a prendersi cura del figlio indesiderato che passò gran parte della sua infanzia con i nonni.
Dopo aver scontato cinque anni per rapina a mano armata, Kathleen Maddox, costretta ad occuparsi del figlio, cercò di sbarazzarsi di lui più e più volte, cercandogli una famiglia adottiva a chiudendolo in un orfanotrofio.
Charles decise così di fuggire dall’istituto religioso per ragazzi in difficoltà in cui era stato mandato e tornò a casa dalla madre, mantenendosi con piccoli furti. La madre riuscì finalmente a liberarsi di lui quando, a dodici anni, venne arrestato per il furto di una bicicletta. Le porte del riformatorio si aprirono per Charles dopo che venne colto a sodomizzare un ragazzo; numerosi psichiatri lo visitarono riconoscendogli il fatto di “soffrire la sua condizione di figlio illegittimo e di essere stato continuamente rifiutato dalla madre”, un altro dettaglio che fece sprofondare il piccolo Charles in una devastante sofferenza, secondo il suo psichiatra, era “la sua bassa statura”.
CHARLES MANSON: I 20 ANNI
Nel 1954, a vent’anni, venne rilasciato sulla parola e ottenne gli arresti domiciliari presso l’abitazione degli zii che, giusto per aumentare il disagio di Manson, durante l’infanzia lo vestivano da bambina. Nello stesso anno prova a costruirsi una famiglia, sposando Rosalie Sean Willis da cui ebbe un figlio Charles Milles Manson Junior che si ucciderà nel 1993.
Dopo numerosi crimini di piccolo conto Manson venne rinchiuso nel penitenziario di McNeil Island dove imparò a suonare la chitarra da uno dei membri della famigerata banda di rapitori e assassini: Karpis-Baker.
Trovando l’ambiente della prigione “accogliente” chiese di rimanere in quel luogo anche quando, nel marzo del 1967, venne rilasciato.
Manson si ritrovò in una realtà totalmente diversa da quella che conosceva: entrato in prigione alla fine degli anni cinquanta ne esce alla fine degli anni settanta, perdendosi innumerevoli eventi storici che avrebbero cambiato in modo indelebile la società: dal discorso “I Have a Dream” di Martin Luther King all’approvazione della legge sui diritti civili che equiparava i neri ai bianchi, senza tralasciare l’assassinio di John F. Kennedy e di Malcolm X.
MANSON FAMILY:
Dotato di incredibile fascino, Charles Manson, riuscì a circuire tre giovani donne: Mary Brunner, Lunette Fromme e la diciassettenne Susan Atkins. A queste tre si aggiunsero numerose altre ragazze all’harem personale di Manson “Charlie’s Girls” che quest’ultimo amava “prestare” a tutti coloro gli risultassero utili per i suoi fini.
ESTATE 1969: HELTER SKELTER:
Quando venne distribuito il White Album dei Beatles, Manson rimase colpito dalla canzone Helter Skelter che interpretano come un messaggio inviatogli direttamente dal gruppo di Liverpool.
Helter Skelter indica qualcosa di confuso e disordinato che però viene preso da Manson come un messaggio di rivolta, volto a promuovere lo scontro razziale dei neri verso i bianchi.
La Manson Family, smette di essere una comunità Hippie e assume i connotati tipici di una setta: accanto alle attività criminali tipiche della Family, si aggiunsero anche le spedizioni di Creepy-Crawling: i seguaci di Manson si intrufolavano nelle case vestiti di nero e armati di coltello, non rubavano e ferivano nessuno ma si divertivano a cambiare disposizione degli oggetti che trovavano nelle case creando così paura e inquietudine nei proprietari.
Il primo omicidio ad opera dei membri della Family fu quello di Gary Hinman, torturato per ben tre giorni, per una questione di affari legata alla droga. Dettaglio macabro di quest’omicidio fU la scritta “political piggy” lasciata, con il sangue della vittima, accanto al corpo.
Roman Polanski si trovava in europa e la moglie, Sharon Tate, decise di invitare alcuni amici nella sua villa di Cielo Drive. Mentre la Tate e gli ospiti si trovavano fuori casa, Manson riunì la Family al motto di “è arrivato il tempo dell’Helter Skelter”
Quando i membri della Family arrivarono a Cielo Drive si trovarono davanti un giovane ragazzo, Steve Parent, che chiese ai ragazzi vestiti di nero cosa ci facessero li a quell’ora: uno di loro decise così di eliminare il testimone sparandogli ben quattro colpi di pistola. Successivamente, Watson, l’assassino del giovane Parent, decise di isolare l’abitazione di Cielo Drive tagliando i fili del telefono.
Il massacro ebbe inizio poco dopo la mezzanotte del 9 agosto 1969.
Sharon Tate e gli ospiti vennero legati con una corda di nylon; alla prima protesta di Jay Sebring, ospite della Tate, Watson gli sparò finendolo poi con numerose pugnalate.
Dopo aver ucciso tutti gli ospiti, Sharon Tate e il bambino che portava in grembo vennero uccisi a sangue freddo con 16 pugnalate culminate con un cappio attorno alla testa della povera Tate.
Non contento di come ha agito la Family, la sera seguente, Charles Manson, riunì il gruppo per una nuova missione omicida, mostrando ai seguaci “come si porta a termine un lavoro ben fatto”. Decise così di uccidere Leno LaBianca, proprietario e presidente della catena di supermercati Gaway Markets e della moglie Rosemary LaBianca, imprenditrice di successo.
Mentre i LaBianca dormivano la Family si introdusse nella loro abitazione, svegliandoli ma rassicurando i due coniugi dicendogli di non essere interessati a far loro del male, bensì a rubare oggetti di valore. La Family immobilizzò la coppia in cucina ma Watson decise di riportare Rosemary in camera da letto, dove venne tenuta a bada da Leslie e Patricia. Watson tornò in cucina e pugnalò a morte Leno, tornò così nella camera da letto per finire la donna che ricevette in tutto ben 41 coltellate.
Con il sangue di Leno LaBianca viene scritto sui muri “Rise”, “Death to Pigs” e “he(a)lter Skelter” (quest’ultimo, errore di ortografia).
L’attività criminale della Family continuò per altri mesi finché il procuratore Vincent Bugliosi riuscì a trovare le prove che incastravano Manson. Alcuni seguaci lo tradirono, come Linda Kasabian, testimone chiave nel processo.
IL PROCESSO:
Nel 1970 cominciò il processo contro Charles Manson che si presentò con una X incisa sulla fronte; questo simbolo diventò presto una svastica. Il processo fu caratterizzato da un’incredibile lunghezza, il dibattimento preliminare durò poco meno di un anno.
Manson non confessò mai gli omicidi ma venne tradito da Susan Atkins che rivelò i programmi dell’oscuro messia della Family, tra cui le uccisioni di Liz TaYlor, Richard Burton, Frank Sinatra e Steve McQueen.
Il processo si concluse il 29 marzo 1971 con la condanna a morte di tutti i componenti della Family che però si salvarono da tale pena quando, nel marzo del 1971, lo stato della California abolì la pena di morte, che venne commutata in ergastolo.
Numerose furono le richieste di manson di ottenere la libertà vigilata, tutte rifiutate.