I 20 monologhi più coinvolgenti tratti da un film

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I 20 monologhi più coinvolgenti tratti da un film

Pulp Fiction di Quentin Tarantino (1994)

I 20 monologhi più coinvolgenti tratti da un film

Parliamo ora del film più famoso di Quentin Tarantino, divenuto un film di culto degli anni ’90. Il film è un intreccio di varie storie. Inizia con una scena all’interno di una caffetteria di Los Angeles, dove una giovane coppia decide di rapinare il posto. La scena si sposta dove conosciamo due malviventi in smoking, Vincent Vega e Jules Winnfield, che si dirigono a recuperare una misteriosa valigetta. I due lavorano per Marcellus Wallace, un boss della droga. Intanto lo stesso Marcellus sta chiedendo ad un pugile di nome Butch, di perdere volontariamente un incontro. Decisamente il film che ha lanciato Tarantino, con il suo stile violento ed irriverente. Il film rilanciò l’attore John Travolta, nel ruolo di Vincent Vega. Anche Uma Turman attirò l’attenzione con l’interpretazione di Mia Vallace, la compagna di Marcellus. Gli altri membri del cast: Samuel L Jackson (Jules Winnfield), Bruce Willis (Butch), Ving Rhames (Marcellus Wallace), Harvey Keitel, Tim Roth, Amanda Plummer. Il film vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes del 1994. Il monologo selezionato è divenuto celebre tanto quanto il film, e vede Samuel L Jackson recitare un passo della bibbia che non esiste nel libro.

I 20 monologhi più coinvolgenti tratti da un film

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Trainspotting di Danny Boyle (1996)

I 20 monologhi più coinvolgenti tratti da un film

Siamo ad Edimburgo in Scozia. Conosciamo un gruppo di amici nullafacenti che fanno uso di eroina: abbiamo Mark Renton detto Rent, il suo amico Sick Boy, Tommy, Begbie e Spud. Seguiamo le vicende delle loro vite allo sbando, senza uno scopo. Boyle gira uno dei film divenuti simbolo del degrado generazionale della droga. Il cast vede Ewan McGregor nel ruolo di Mark Renton, Robert Carlyle nel ruolo di Begbie, Ewen Bremner interpreta Spud, Jonny Lee Miller invece Sick Boy, Kevin McKidd è Tommy, Kelly McDonald e Peter Mullan. All’interno del film è presente una delle sequenze più inquietanti che descrive il trip dopo una dose di eroina, con protagonista un neonato. Il termine Trainspotting deriva dall’hobby di osservare il passaggio dei treni che esiste realmente. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Irvine Welsh del 1993 ed è stato presentato fuori concorso al 49esimo Festival di Cannes. Nel monologo è rappresentata la scena iniziale, dove Mark parla delle sue scelte di vita mentre fugge dalla polizia sulle note di Lust for Life di Iggy Pop.