La tecnologia è il futuro: è inevitabile, ma non necessariamente è un male. La questione sconvolgente, però, è la grandissima quantità di nuove invenzioni atte a sostituire la vita sociale vera e propria, che stanno imperversando sul mercato.
Twitter, Instagram, Facebook, app per incontri, Xbox, Playstation e console varie. La vita e il profilo online, stanno sostituendo attività che un tempo era più logico fare “di persona” e che invece oggi puoi svolgere tranquillamente seduti sul divano di casa vostra. Per conoscere una ragazza (o una persona in generale) non ci si mette più la faccia, ma ci si nasconde dietro una tastiera. Purtroppo, sempre più ragazzini preferiscono lo schermo di un computer ad un pallone da calcio o ad una rinvigorente corsetta all’aria aperta.
In maniera esasperata (ma neanche troppo), Spike Jonze ci mostra Theodore che intraprende una relazione con un sistema di intelligenza artificiale che chiamerà Samantha. Tra i due il rapporto è del tutto virtuale e moderno: i due possono sentirsi dove e quando vogliono 24 ore su 24 per scambiarsi idee, esperienze e stati d’animo attraverso l’uso di speciali auricolari. Un po’ come fanno le persone di oggi, sono sempre costantemente collegate.
Queste realtà virtuali con il passare del tempo ti rendono loro schiavo, iniziando a instillare nell’utente un forte grado di dipendenza. Le persone passano più tempo a pensare cosa stanno facendo gli altri in quell’istante o a cosa potrebbero fare per impressionarli, invece che godersi “l’attimo”. Questo sistema sta creando una società di persone frustrate, infelici e che all’apparenza sono circondate da moltissimi amici, ma che, nel concreto, sono estremamente sole.
Ogni singolo “buco” della giornata viene coperto da qualche passatempo collaterale e, questa società sempre interconnessa e interattiva ha creato persone che non hanno il tempo di annoiarsi, ma soprattutto che non sono in grado di stare per medio-lunghi periodi di tempo completamente in solitudine.