Her è un film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze, con protagonista Joaquin Phoenix, e ambientato in un futuro distopico, non troppo lontano, nel quale i computer hanno un ruolo di primissimo piano nella vita delle persone.
Il protagonista di questa storia è Theodore (per il suo dossier, cliccate qui), un uomo di mezza età che da quando si è lasciato con Catherine (la ragazza che ha amato e sposato) non riesce più ad andare avanti e rifarsi una vita: pensa sempre a lei e si rifiuta di firmare le carte del divorzio. Quando una nuova generazione di sistemi operativi, caratterizzati da un’intelligenza artificiale sorprendentemente “umana”, arriva sul mercato, Theodore comincia a sviluppare con essa – che chiamerà Samantha – una relazione complessa oltre ogni immaginazione.
Questa pellicola è sicuramente una delle più originali e lungimiranti partorite negli ultimi anni. Benché sia ambientato in un futuro immaginario, il mondo dipinto da Spike Jonze risulta ai nostri occhi spaventosamente verosimile, in quanto rispecchia una possibile evoluzione di tendenze già ampiamente radicate ai giorni nostri.
1) Inaridimento dei rapporti umani
Nel corso di tutta la pellicola, il protagonista Theodore Twombly interagisce davvero pochissimo con le altre persone, se non quando ne è quasi “obbligato”. È timido, introverso e impacciato: tutto vero. Ma anche quando ci viene mostrato per strada, al lavoro o in giro per questa Los Angeles futuristica, è facile notare che non c’è interazione tra le persone che lo circondano. Tutti (o la maggior parte) sono provvisti di auricolari per dialogare con questo nuovo sistema operativo di ultima generazione, che permette di controllare mail, social network, agenda e molto altro.
Questa è una tendenza già molto sviluppata nella nostra epoca, e che riguarda in particolar modo i più giovani. Se provate a osservare il 70% delle persone che sono con voi in metropolitana, per strada o che aspettano l’autobus, vi accorgerete che la maggior parte starà controllando se è arrivato qualche messaggio sul proprio smartphone, o sarà impegnata su qualche social network a sbirciare cosa stanno combinando le altre persone nelle loro vite.
La cosa preoccupante è che ciò accade non solo nei “tempi morti” come quelli precedentemente elencati, ma è un fenomeno che si può facilmente notare anche alle feste o nelle uscite tra amici. Le persone sembrano più attratte da ciò che accade altrove, e non si godono fantastici e spensierati momenti che un giorno rimpiangeranno.