Il clima a Hollywood è cambiato, le denunce di molestie sessuali che pendono sulle teste di grandi attori e produttori cinematografici hanno permesso di conoscere una parte di questo mondo, tutt’altro che dorata, come ci era stato fatto credere per anni.
Tutto è iniziato il 5 ottobre 2017, quando il New York Times ha messo nero su bianco ciò che si vociferava da anni: Harvey Weinstein, noto produttore cinematografico, re di Hollywood e co-fondatore della Miramax,avrebbe molestato decine di donne: dipendenti, attrici, modelle. Il numero delle sue vittime è arrivato a 40 e il produttore ha deciso di ritirarsi in una clinica per curare la propria dipendenza sessuale.
Una nuova scossa di assestamento, egualmente forte, ha colpito la capitale del cinema mondale: Anthony Rapp (Star Trek Discovery) ha raccontato a Buzzfeed News di avere ricevuto avances sessuali da KevinSpacey nel 1986. Ad aggravare la posizione di Spacey c’è l’età di Rapp che, all’epoca dei fatti, aveva 14 anni, mentre Kevin Spacey 26. Giorno dopo giorno si sono susseguiti diversi accusatori della star di “House of Cards“, fino ad arrivare, ad oggi, a ben 14 denunce di molestie.
Nei giorni successivi nuove accuse di molestie sono state mosse a Dustin Hoffman, Steven Segal e anche al nostrano Giuseppe Tornatore che ha negato minacciando conseguenze legali.
Ultimo ad essere stato investito dallo scandalo delle molestie, è il comico statunitense Louis C.K., accusato di essersi masturbato davanti a cinque donne, senza il loro consenso oppure ottenendolo sfruttando la sua posizione di potere. Il comico ha rilasciato una dichiarazione al New York Times, prendendosi le sue colpe:
«Le storie sono vere. Ho capito troppo tardi che se hai il potere su un’altra persona, non puoi imporre su di lei delle azioni senza pensare che si sentano soggiogate. Quelle donne mi ammiravano: e io ne ho approfittato. Ora sono spaventato da quello che ho fatto, perché sono consapevole delle mie azioni. Mi rendo anche conto del fatto che, essendo io molto conosciuto, loro non hanno facilmente trovato il coraggio di condividere ciò che era successo»
Dopo gli scandali che hanno investito grandi attori e produttori Hollywoodiani, le compagnie e le case di produzione che si occupavano di distribuire e promuovere i lavori dei suddetti, si stanno allontanando per evitare il disastro finanziario.
Nel frattempo, la commediain bianco e nero di C.K. “I Love You, Daddy” si trova nelle mani del distributore americano “The Orchard” – di proprietà della Sony – che ha annullato la premiere del film, poco prima che la storia su C.K. uscisse sul New York Times. Successivamente è entrato in “modalità crisi”: in primo luogo, la società ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che avrebbe rivalutato i piani di rilascio per il film una settimana prima del suo debutto; la mattina dopo, The Orchard ha annunciato che non avrebbe più rilasciato il film.
Entrambe le situazioni mostrano in che modo le grandi case di distribuzione affrontano questo tipo di difficoltà, quando i “cavalli di razza” su cui hanno puntato, spendendo milioni di dollari, si rivelano, non solo contro il “buon costume“, ma anche controproducenti ai fini d’incasso.
“All the Money of the World” rappresenta un’enorme investimento finanziario per la Sony, così come “I love you Daddy” è costato milioni alla “The Orchard” che, probabilmente, sotto le pressioni di C.K. – uno dei comici americani più in auge al momento e quindi potente in quell’ambiente – si è impegnata a distribuire il film in un autunno già saturo di proposte cinematografiche. Dopo le dichiarazioni fatte al New York Times mercoledì pomeriggio, il progetto è rimasto contaminato anch’esso dallo scandalo e la casa di produzione ha dovuto prendere immediatamente provvedimenti.
La trama di “I love You Daddy” contribuisce a renderlo un film “indesiderato” in questo momento, dato il clima che si respira ad Hollywood a causa dei numerosi scandali sessuali che hanno investito la capitale del cinema mondiale. Il film vede il protagonista, Glen Topher, produttore e sceneggiatore televisivo di successo, fare i conti con la giovanissima figlia, China, che frequenta un celebre regista 62enne, la cui passione per le minorenni è ben nota. Come se non bastasse, vi è anche una scena in cui il personaggio interpretato da C.K. si rivolgealla figlia dicendole: “non devi dire cose della vita privata di qualcuno quando non lo conosci” e termina con “ognuno è un pervertito”. Certamente una storia infelice per un periodo come questo.
Ma veniamo al punto saliente della questione: in economia ci insegnano che nella vita gli individui inseriti in una società, così come lo stato, si trovato ad avere a che fare con numerosi trade-off, ossia, scelte davanti alle quali dobbiamo prendere una decisione sulla base di costi e benefici. La stessa situazione si è presentata alla Sony subito dopo lo scandalo Spacey: Spendere diversi milioni di dollari girando nuovamente le scene di Spacey, con un altro attore? oppure mantenere Spacey, rischiando un flop al Box Office, a causa dello scandalo che lo ha investito?
Le riprese inizieranno subito per evitare di spostare la data dell’uscita del film nelle sale, fissata per il 22 dicembre. Secondo una stima approssimativa, questa decisione costerà ben 10 milioni di dollari extra alla casa di produzione cinematografica.
Un’opzione meno gravosa a livello economico poteva essere quella di far girare a Plummer la maggior parte delle scene davanti ad un Green Screen, inserendolo digitalmente; gli addetti ai lavori hanno però confermato che questa possibilità non è stata presa in considerazione poiché gravosa in termini di tempo.
Le riprese dovrebbero partire nelle prossime due settimane e la post produzione finirà entro il 15 dicembre.
La scelta di Sony e di Ridley Scott, di girare nuovamente le scene in cui era presente Kevin Spacey, sostituendolo con Christopher Plummer, è effettivamente una scelta ponderata dal punto di vista dei costi e benefici? lo scopriremo solo all’apertura del botteghino.