film preferiti di David Fincher
Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba – Stankley Kubrick, 1964Â
 film preferiti di David Fincher
Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba – Stankley Kubrick, 1964Â
Kubrick si inserisce in un contesto storico-politico assai particolare. In piena guerra fredda tra le due superpotenze mondiali, Stati Uniti e Unione Sovietica. Traspone cinematograficamente, liberamente, l’omonimo romanzo di Peter George. Testo congeniale alla volontà  kubrickiana di mettere in scena una commedia nera, dai tratti grotteschi, allucinati e allucinanti. Grazie al ruolo, o meglio i ruoli decisivi interpretati da Peter Sellers, la pellicola assume una forte valenza parodistica.
L’intento è quello di mettere a nudo l’effetto ridicolo raggiunto dalle tensioni geo-politiche, nonché dall’angoscia per un possibile conflitto mondiale che sembrava essere sempre imminente. Kubrick mostra l’ossessione e la paranoia raggiunta dalla politica americana in particolare, della quale si fa beffa rappresentandola come fosse un gioco erotico. La tensione e l’odio per lo schieramento avversario nasce dalla frustrazione sessuale. Nell’opera di Kubrick si anela la possibile distruzione della razza umana con un umorismo e una satira graffiante e memorabile. Â
8½ – Federico Felllini, 1963Â
L’ottavo film e mezzo di Fellini, dopo 6 interamente diretti da lui e 3 collaborazioni. Nella testa del regista balenano numerose idee riguardo una possibile pellicola, idee che non si amalgamano tra loro. Le difficoltà  dovute alla stesura della sceneggiatura allora rendono la realizzazione impossibile. Le idee svaniscono e per il film non c’è possibilità di genesi. Ed è a questo punto che l’opera felliniana prende vita.
Fellini realizza un meta-film, che si fa meta-vita in cui prendono corpo in immagini sogni, pensieri, idee, ansie e ricordi. Un film intimo e personale, messa in scena dell’interiorità e vulnerabilità dello stesso regista. In cui Anselmi, alter-ego di Fellini mettere in essere tutte le difficoltà e le vicissitudini affrontate dal suo stesso creatore. Un’opera dai tratti onirici, che risente dell’influsso del cinema scandinavo di Bergman, in cui visione e realtà si fondono e si confondono. Fino al momento finale in cui confluiscono. Il film prende vita nel film e viene ripreso, nel momento in cui la pellicola termina, la meta-pellicola nasce.