film preferiti di David Fincher
La finestra sul Cortile – Alfred Hitchcock, 1954Â
 film preferiti di David Fincher
La finestra sul Cortile – Alfred Hitchcock, 1954Â
Ne “La finestra sul cortile” la tendenza hitchcockiana al voyeurismo raggiunge il suo acme. Hitchcock mette in scena una sorta di meta-spettacolo filmico, in cui il personaggio di Jefferies non è altro che la proiezione metaforica dello spettatore, e del regista stesso. La pellicola genera la massimizzazione del piacere erotico e perverso dell’atto del guardare sadico, che è alla base del cinema. La visione è costantemente soggettiva, la sguardo dello spettatore coincide con quello del protagonista.
Jefferies è un personaggio estremamente passivo, bloccato su di una sedia a rotelle, osserva da una posizione di distacco gli eventi che prendono vita. Eppure è estremamente coinvolto, essendo la sua fidanzata Carol in prima linea per suo conto. Davanti ai suoi occhi il microcosmo del cortile che vive, pulsa e anima la scena. Una serie di personaggi si muovo nei loro appartamenti, osservati, spiati ognuno nella propria intimità .
Oltre il giardino – Hal Ashby, 1979Â
Fortemente voluto da Peter Sellers, che interpreta il protagonista, il film è tratto dal romanzo dell’autore polacco Jerzy Kosinski. Il titolo italiano forse si dimostra più appropriato ed esplicativo del racconto messo in scena. Sellers, alla sua penultima interpretazione prima della morte prematura, interpreta Chance. Un giardiniere analfabeta, probabilmente con un lieve ritardo mentale, viene mandato via dalla casa dove ha vissuto una vita intera, dopo la morte del vecchio datore di lavoro. Viene catapultato così nel mondo, oltre quel giardino, con il quale dovrà confrontarsi.
Un’opera costantemente in bilico tra il dramma e la commedia. Fortemente incentrato su una serie di equivoci, che permetteranno al protagonista di cavarsela in ogni situazione e trarne vantaggio. Causa altri personaggi che fraintendo la sua ingenuità e il suo avere la testa tra le nuvole.  Una pellicola a tratti fastidiosa, per gli eccessivi e ridicoli equivoci sui quali è costruita. Che riesce tuttavia a coinvolgere emotivamente lo spettatore, tra sorrisi e bronci.