Alcuni film richiedono una seconda visione per essere compresi appieno; la trama e i personaggi possono rivelarsi totalmente diversi da come ci si erano presentati ad una prima visione.
“La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste; e come niente… sparisce”
“I soliti sospetti” (The Usual Suspects) è un film del 1995 diretto da Bryan Singer. è il classico film che si basa sul “nulla è come sembra”; i dialoghi, gli scambi tra i personaggi, le sottotrame assumono un significato completamente nuovo dopo aver visto il finale a sorpresa. Ma chi è Keyser Soze? con un po’ di ragionamento deduttivo non è difficile rispondere a questa domanda già durante la prima visione del film. Quando si esamina la pellicola per la seconda volta, risulta incredibile quanto la sceneggiatura sia ben elaborata per non creare alcun tipo di buco nella trama e per farci dire “che stupido sono stato a non aver capito tutto dal primo momento!“. Film che consacrò e regalò il primo Oscar al magistrale Kevin Spacey.
5. 2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey)
“Nessun calcolatore 9000 ha mai commesso un errore o alterato un’informazione. Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci di sbagliare”
“2001: Odissea nello spazio” è un film di Stanley Kubrick del 1968, basato su un soggetto di Arthur C. Clarke, il quale ha poi tratto dalla sceneggiatura un romanzo dal titolo omonimo. è considerato uno dei più grandi film di fantascienza mai realizzati, e anche uno dei più complessi. Esattamente come gran parte delle pellicole del leggendario Stanley Kubrick, il film contiene molti dettagli e concetti difficili da afferrare ad una prima visione, per non parlare dell’ambiguo finale. Il lungometraggio racconta la storia dell’esplorazione spaziale e dell’evoluzione dell’umanità: richiede una seconda visione per essere compreso appieno.
6. Arancia meccanica (A Clockwork Orange)
“Oh deliziosa delizia e incanto. Era piacere impiacentito e divenuto carne. Come piume di un raro metallo spumato, o come vino d’argento versato in nave spaziale. Addio forza di gravità, mentre slusciavo… quali visioni incantevoli”
“Arancia Meccanica” è film del 1971 diretto da Stanley Kubrick. Tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess, prefigura, mediante uno stile fantascientifico esociologico, una società votata alla violenza, particolarmente esasperata, soprattutto nei giovani, e alla tendenza di condizionare il pensiero, da parte dell’organizzazione statale. Non si tratta solo di un capolavoro della cinematografia mondiale ma anche del capolavoro assoluto di Kubrick: perfetto dal punto di vista registico, tanto da rendere ogni fotogramma una piccola opera d’arte. A lasciare lo spettatore a bocca aperta non è tanto la violenza gratuita bensì la morale, l’importanza del libero arbitrio, anche se usato allo scopo di fare del male.