“Il palcoscenico pesa come quaranta elefanti ed ha la forma di una stella”
Siamo a metà degli anni Settanta e un ultra-cinquantenne Charles Bukowski è l’imprevedibile spettatore di un concerto dei Rolling Stones al Thames Forum. Da questa esperienza prende forma il breve e divertente racconto Jaggernaut – Cavallo selvaggio su fallo di plastica, nel quale lo scrittore mette in evidenza la follia e gli eccessi della cultura rock del tempo.
Nella giornata tipo dello scrittore non può ovviamente mancare una tappa all’ippodromo, che si trova proprio di fronte al forum. Tra una scommessa e l’altra osserva le persone e nota gli effetti della crisi e dell’indebitamento sul popolo degli scommettitori. Agli ubriaconi urlanti di una volta si sono aggiunti uomini sul lastrico pronti a giocarsi l’assegno di disoccupazione con la vana speranza di una vita migliore.
Rincasato dopo una scommessa persa per un soffio, Bukowski si prepara alla serata con un bagno caldo, due canne, del vino bianco e otto bottiglie di birra.
“Mi sono chiesto quale fosse il modo migliore per avvicinarmi a un soggetto che era sacro per molta gente, almeno tra i giovani”
Leggendo l’opera e i racconti del celebre Hank non è difficile comprendere quali siano i gusti musicali dell’autore. La musica classica lo rilassa e lo ispira. Nel suo giradischi e alla radio passano Beethoven, Mahler, Brahms, Mozart, Wagner e molti altri ancora.
In questo racconto esprime anche la sua opinione sul rock.Gli piacciono il ritmo incalzante, il legame col sesso e il registro alto e ruggente, ma gli trasmettono di più Beethoven, Malher e Ives.
Le donne e l’alcol, le altre due immancabili componenti fondamentali della vita di Bukowski, sono presenti anche in questo racconto. Nell’attesa del concerto si siede al bar con una ragazza ventiquattrenne e ordina uno screwdriver. Il posto è bello e lo scrittore propone alla ragazza di saltare il concerto e passare la serata ad ubriacarsi. Lei accetta la proposta volentieri, ma Hank, quando le donne sono d’accordo con lui, fa sempre il contrario. Perciò i due si avviano verso il Thames Forum.
I fan degli Stones gli sembrano ragazzini che bevono vino scadente e fumano spinelli.
Nel parcheggio ci sono lattine di birra e bottiglie di whiskey dappertutto. Tra il buio e il rumore assordante della folla lo scrittore raggiunge il suo posto e si prepara ad assistere allo spettacolo.
Entrano Mick Jagger, con quello che Hank definisce “un pigiama con dei cordini legati alle caviglie”, Ron Wood alla chitarra ritmica, Billy Preston alla tastiera, Keith Richards alla chitarra solista, Charlie Watts a tenere il tempo alla batteria e infine Bill Wyman al basso, descritto come “il professionista vero che teneva insieme tutto”.
Durante la canzone successiva entra in scena anche un enorme gonfiabile di forma fallica, alto almeno ventitré metri. Mick lo afferra e lo piega verso il palco, ci si struscia sopra e si sposta verso la cappella, afferrandola con forza. L’eccitazione del pubblico è alle stelle.
Dopo una pausa al bar lo scrittore torna a seguire lo show. Trova Mick Jagger agganciato a una corda che dondola sulle teste del pubblico e fortunatamente riesce a ritornare sul palco indenne. Il frontman lascia poi la scena a Preston per riposare e tornare sul finale del brano successivo.
Qualcuno tira petardi tra la folla e le esplosioni feriscono giovani ragazzi e ragazze, Hank commenta così:
“Ok, questo è il circo, è più pulito del Vietnam”
Lo spettacolo prosegue, volano bouquet e uno becca Mick in faccia, lui cerca poi di calciare un pallone gigante sul pubblico ma non ci riesce. Corre, salta e si dimena, scherza coi musicisti, provoca il suo pubblico, perde l’equilibrio, cade e si rialza.
Lo scrittore si interroga sul finale, chiedendosi se gli Stones termineranno anche questo live con Sympathy for the Devil, come al Santa Monica Civic.
Bukowski ne ha abbastanza del concerto. Esce in anticipo dal forum, proprio quando si sono accese tutte le luci e il gran finale sta per cominciare.
“Sono uscito quando si sono accese tutte le luci e la scena sacra stava per cominciare, quando avremmo amato il nostro prossimo e la musica del Jag e il rock e la conoscenza universale”
Torna alla macchina e vi trova sdraiata la ventiquattrenne addormentata. Accende il motore e lei si sveglia. Dice che non le piaceva lo spettacolo ed è uscita prima.
I due decidono di cercare un posto carino dove poter bere e dove non ci sia nessun tipo di musica.