Tre film possono essere collegati tra loro da un tema, un concetto o un cornetto. Spesso questi collegamenti sono talmente evidenti da permettere di inquadrarli in un’unico, grande lavoro, dando vita alle cosidette “trilogie tematiche”. I tre film non condividono, dunque, gli stessi personaggi e la stessa storia; gli uni non sono sequel degli altri. Ciò che li accomuna è soltanto un elemento. Vediamo, allora, alcune tra le più importanti trilogie tematiche di sempre.
I paragrafi non sono in ordine di gradimento, ma alfabetico.
Trilogia dell’apocalisse
Diretta da Carpenter tra il 1982 e il 1994, la Trilogia dell’apocalisse rappresenta una tappa fondamentale nella storia del cinema horror. Le tre pellicole (La cosa, Il signore del male e Il seme della follia) condividono una visione pessimistica dell’umanità tipica dello stile Carpenteriano. L’unica a vantare di una sceneggiatura del tutto originale è la seconda. La Cosa è infatti un adattamento del racconto “Who goes there?” di J. W. Campbell, già alla base del film di Hawks del ’51. Il seme della follia, invece, strizza l’occhio ad atmosfere di stampo lovecraftiano. Considerato tra i più riusciti horror mai prodotti, gode di una delle migliori interpretazioni di Sam Neill.
Trilogia dell’appartamento
Polanski firma tre tra le più angoscianti pellicole conosciute. La Trilogia dell’appartamento, composta da Repulsion, Rosemary’s baby e L’inquilino del terzo piano, è capace di disorientare lo spettatore attraverso la deformazione degli spazi e del tempo. Ciò chedestabilizza maggiormente è la totale assenza di punti sicuri a cui aggrapparsi: la casa, il nido, il luogo in cui dovremmo sentirci protetti, è capace di mutare il carattere dei personaggi e diventa il loro peggior nemico. Senza dubbio tra i migliori lavori del regista polacco.
Trilogia dei colori
Firmata da Kieslowski, La trilogia dei colori rispecchia i tre colori della bandiera francese (Blu, Bianco e Rosso) e ciò che essi rappresentano (Libertà , uguaglianza, fratellanza). Sono proprio questi ultimi i temi dei rispettivi film, inseriti nell’intreccio narrativo in una maniera tutt’altro che scontata, e rintracciabili solo attraverso un’attenta visione. Film Bianco è probabilmente il meno riuscito, nonostante mantenga una raffinatezza stilistica di grande pregio, tipica del cinema kieslowskiano. Complessivamente, si tratta della degna conclusione della carriera di un gigante del cinema moderno.