Ciò che ne consegue è la rottura col suo fidato distributore, e la necessità di trovarne un altro per il prossimo film, riguardante i crimini di Charles Manson.
Il criminale venne condannato all’ergastolo a seguito dei crimini consumati nel 1969, ad opera della Manson Family, ai danni di Roman Polanski e di sua moglie, Sharon Tate, incinta di otto mesi, assassinata in una villa di Los Angeles, a seguito di un rifiuto discografico subito da Manson.
I tratti distintivi della personalità e delle azioni di Manson possono rientrare nei canoni stilistici di Tarantino, sarà interessante scoprire il trattamento riservato dal maestro della violenza ad una sceneggiatura così delicata, che si spinge, almeno di primo acchito, verso gli estremi dello stile tarantiniano.
Entrando nel merito della vicenda, fatto fuori Weinstein, il progetto necessita di un nuovo distributore. Tarantino lo sceglierà in base alla miglior offerta ricevuta. Strategia interessante, che sta già portando i frutti di alcune offerte generose.
Una in particolare sarebbe giunta repentina e dal valore estremamente alto, senza nemmeno la lettura dello script, per togliere subito di mezzo ulteriori concorrenti.
Ma il regista attende, inviando il soggetto a Warner Bros., Paramount e Universal. Solo dopo i successivi incontri privati sapremo chi la spunterà, per ora sappiamo che Amazon e Netflix sono esclusi assicurati.
Pare quindi che la questione andrà per le lunghe, la data di uscita è preventivata per il 2019, ed i primi attori ad essere stati contattati sarebbero Brad Pitt, Jennifer Lawrence e Margot Robbie.
La vicenda si fa interessante, come il crescendo della musica provveniente dal “violino più piccolo del mondo“, che suona solo per Quentin!