I 10 migliori documentari usciti negli anni recenti
Leviathan (2012) di Lucien Castaing-Taylor and Véréna Paravel
Un’esperienza visivo/sensoriale incredibile, documentario iperrealistico a bordo di un peschereccio in mezzo all’oceano, Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel utilizzano telecamere GoPro impermeabili per catturare prospettive inesplorate. L’approccio al film di Castaing-Taylor esce dalla sua ricerca di “Sensory Ethnography Lab” a Harvard, dove l’idea è quella di esplorare e promuovere combinazioni innovative di estetica e etnografia. Il mare non è mai stato filmato in questo modo, le riprese sono bellissime e di enorme impatto visivo, le immagini che scorrono sullo schermo sono nude e crude, niente a che vedere con quelle televisive a cui siamo abituati. Il lavoro sul sonoro è straordinario, ci immerge completamente nel film dandoci la sensazione di essere a bordo, i dialoghi sono totalmente assenti. Un ritratto affascinante, innovativo e spaventoso dell’industria di pesca commerciale contemporanea.
Dentro l’inferno (2016) di Werner Herzog
Altro documentario del regista bavarese in classifica, qui impegnato con il suo eterno amore per i vulcani. Herzog si lancia con l’aiuto di Clive Oppenheimer, un vulcanologo dell’Università di Cambridge con il quale aveva precedentemente lavorato con il documentario “Incontri alla fine del mondo“. I due assieme viaggiano nel mondo e studiano i vulcani in Indonesia, Islanda, Corea del Nord e Etiopia tra la culla della cività e i paesi più “isolati” del mondo. Ad ogni tappa, più che dal punto di vista scientifico, ci viene spiegata l’importanza culturale del vulcano per i popoli di queste regioni, i quali dimostrano una profonda paura e rispetto verso di essi. Le immagini delle eruzioni sono impressionanti e spaventose, Herzog trova ed analizza queste forze considerate sia benevoli che distruttive e ricordandoci che ancora ad oggi, con tutto il progresso tecnologico raggiunto, siamo ancora piccoli e inermi contro le immense forze della natura.
Il sale della Terra (2014) di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado
Grande documentario cinematografico, non solo perché regala allo spettatore immagini mozzafiato ed emozionanti, ma anche perché ci narra il percorso umano di Sebastião Salgado, grandissimo fotografo nonché uomo. Ed anche per questo non si può non restare colpiti ed emozionarsi dinanzi alla potenza visiva dei suoi scatti ed all’umanità che il suo protagonista trasmette, sia quando rappresenta il male sia quando ci restituisce una forma di speranza per il futuro della nostra specie. Wenders ci mostra le bellissime foto del fotografo brasiliano, in molti casi crude e sconvolgenti, alternandole alle interviste e alle descrizioni biografiche con enorme delicatezza e naturalezza.
Safari (2016) di Ulrich Seidl
Lo sconvolgente documentario del regista austriaco che ci porta in Africa dove ci si concentra su un solo tema, il bracconaggio. L’occhio del regista riprende e analizza le svariate battute di caccia e i suoi protagonisti, rimanendo distante dal dare giudizi, ma allo stesso tempo spietato nel riprendere le tremende immagini. Un film disturbante e ridondante nel mostrare l’orrore del bracconaggio e l’umanità definitivamente persa di chi lo pratica. Un documentario d’impatto fortissimo e molto provocatorio.
The Look of Silence, (2014) di Joshua Oppenheimer
Altro coraggioso documentario di Oppenheimer dopo il già citato The Act of Killing. Ancora una volta ci immerge nell’orrore con un documentario potente, mostrando l’altro lato della stessa storia, quello delle vittime. Un sopravvissuto al genocidio cerca di scoprire chi ha ucciso suo fratello, interrogando direttamente i colpevoli. Lo vediamo ascoltare, pensieroso e con i pugni serrati, i racconti dei testimoni di quegli eventi, compresi gli assassini di suo fratello, non solo rimasti impuniti ma convinti di aver agito in onore della patria. I due capolavori del regista sono da non perdere, non solo per la loro qualità cinematografica e per il soggetto unico ma anche perchè sono una grande lezione di cinema, di storia, dove viene raccontata magistralmente la banalità e gli orrori del male che non possono non devastare chi guarda.