Negli ultimi anni il genere documentaristico è cresciuto esponenzialmente, evolvendosi e dilagando sempre di più nei nostri schermi. Un genere che oramai non si limita solo a mostrare il nostro mondo o a rappresentare il verosimile, bensì tende a far intervenire e a rendere partecipe l’occhio dello spettatore (che reinterpreta il prodotto audiovisivo in base alla sua cultura e al suo punto di vista). La realtà o “verità” che vediamo rappresentata sotto forma di immagini può essere di carattere culturale, sociale, politico e scientifico, mostrando i diversi aspetti della società in cui viviamo. Negli ultimi anni poi si assiste sempre più frequentemente ad una fusione tra il documentario e il film di finzione (docu-fiction), il quale include sia immagini reali che ricostruite o reinterpretate da attori. Di seguito vi elenchiamo quelli che per noi sono i documentari più belli e importanti prodotti negli ultimi anni, difronte ai quali è impossibile rimanere indifferenti.
I 10 migliori documentari usciti negli anni recenti
Appena la telecamera si introduce nelle grotte Chauvet lo spettatore varca un confine, entrando in una dimensione dove tempo e spazio assumono un significato immaginario. Le caverne della Francia meridionale ospitano i dipinti più antichi del mondo, che risalgono a 32,00 anni fa, il regista Werner Herzog ne ottiene l’accesso esclusivo alla grotta nel 2010, accompagnato da un piccolo gruppo di geologi, storici e scienziati. La bellezza di questo documentario risiede nei dipinti che mostra, che sono esteticamente splendidi e ipnotizzanti. Attraverso di essi il regista prende in esame la natura dell’umanità; il modo complesso in cui percepiamo il nostro il mondo, affondando le radici nella storia dell’uomo e aprendo la mente a un viaggio verso l’ignoto e alla nascita di ciò che oggi chiamiamo arte. L’uomo è la natura, anche se non sempre lo rende conto.
Pina (2011) di Wim Wenders
“Pina” è un omaggio del regista alla coreografa e ballerina tedesca Pina Bausch. Il documentario ci mostra i ballerini della scuola di Pina che eseguono coreografie da lei ideate e “disegnate”, le ambientazioni delle varie danze passano da teatri ad autobus, da strade urbane a paesaggi mozzafiato mostrando immagini di forte impatto visivo. Girato da Wenders pochi giorni dopo la morte della Bausch, il documentario riesce nell’impresa di rappresentare con le immagini quello che la grande ballerina e coreografa tedesca ha significato per la storia della danza. Il film è stato girato in 3D per aiutare gli spettatori a immergersi nello sforzo, nell’amore, nelle lacrime e nel sudore che gli allievi hanno lasciato sul palco in memoria di Pina Bausch.
The Act of Killing (2013) di Joshua Oppenheimer
Indonesia 30 settembre 1965 , il governo del presidente Sukarno viene rovesciato attraverso un golpe che darà inizio al regime dittatoriale e anticomunista del generale Suharto. Quest’ultimo darà avvio a una purga messa in atto da gruppi paramilitari e squadroni della morte (ancora esistenti e utilizzati nell’Indonesia contemporanea) , formati e capeggiati da gangster e criminali locali che provocheranno in un solo anno il genocidio di più di un milione di oppositori comunisti (veri o presunti tali). Qui 50 anni dopo sopraggiungerà il regista Joshua Oppenheimer, il quale ci mostrerà i drammatici eventi che segnarono il territorio indonesiano durante la seconda metà del ‘900. Ma ciò che rende veramente questo documentario penetrante e autenticamente terribile è la visione dell’ attuale quotidianità degli ex criminali aguzzini responsabili del massacro, ad oggi ancora temuti e considerati eroi patriottici ricoprendo persino ruoli di rilievo in uno stato che non riconosce e non si assume nessuna colpa per i fatti avvenuti.
Samsara (2011) di Ron Fricke
Girato in venticinque paesi nel corso di 5 anni, Samsara è una meditazione visiva, in quanto si limita ad osservare le diverse bellezze del pianeta terra, portando lo spettatore in un viaggio di natura, cultura e vita. Ci viene mostrata l’infinita bellezza della natura, ma anche l’orrore dell’industrializzazione delle grandi città, delle fabbriche della carne e delle macchine, il tutto accompagnato da una splendida colonna sonora. La parola, samsara, si riferisce al ciclo infinito dell’esistenza che tutte le cose e gli esseri viventi stanno attraversando in un ciclo senza fine.
Man on Wire (2008) di James Marsh
In una mattina d’estate nel 1974, il funambolo francese Philippe Petit compie l’impresa di attraversare, a più di 400 metri di altezza, le Torri Gemelle al World Trade Center di New York. Ci mise quarantacinque minuti camminando avanti e indietro, stendendosi su un cavo di acciaio spesso poco meno di 3 centimetri mentre la polizia gli ordinava di fermarsi e la folla sotto lo applaudiva. Questo emozionante documentario del 2008 mischia sapientemente interviste ai protagonisti con ricostruzioni fedeli e reperti d’epoca (rari filmati, fotografie), raccontando tutta la preparazione che l’artista francese ha attraversato per portare avanti il suo sogno, scegliendo personalmente l’attrezzatura di cui aveva bisogno, affittando un elicottero per scattare fotografie aeree delle Torri e costruendo un modello in scala di quest’ultime. Petit sembra davvero che cammini sulle nuvole e non si può far altro che trattenere il respiro ed emozionarsi nonostante si conosca l’esito dell’impresa. Giustamente premiato con l’Oscar.