9) Blues for the Red Sun – Kyuss (1992)
Per molti, l’album da cui è partito tutto.
Un disco secco come il deserto, con un velo psichedelico che ti cattura e distrae, per coglierti impreparato con riff taglienti e rocciosi.
Josh Homme, Nick Olivieri, Brant Bjork e John Garcia sfornano un lavoro crudo, sporco e diretto, che fa da apripista per tutti i gruppi a venire.
Se dite di essere fan dello stoner rock e non vi piace Holy Mountain, non siete veri fan.
I riff selvaggi e aridi dello stoner rock incontrano le sonorità melmose del doom, mentre una coltre di psichedelia trasforma l’album in un lungo trip di 52 minuti.
Si sente tanto amore per i Black Sabbath e il blues, in quello che sembra un esperimento di costrutti sonori sperimentali.
Esperimento riuscito in pieno.