Il 6 Ottobre è stato pubblicato Sindrome di Tôret, nuovo album del rapper torinese Willie Peyote. Il titolo nasce dalla combinazione tra la sindrome di Tourette e il Tôret, tipica fontanella a forma di toro a Torino.
La sfida più difficile che questo disco deve affrontare è il confronto col precedente Educazione Sabauda.
Il grandissimo successo di pubblico e di critica ottenuto da Peyote nel 2016 ha contribuito a generare aspettative molto elevate sull’uscita di quest’ultimo lavoro.
Il risultato ottenuto è però un altro album di livello alto, in grado di eguagliare l’originalità e la forza comunicativa del predecessore.
A impreziosire il lavoro si aggiungono poi le buone collaborazioni con Dutch Nazari, Giorgio Montanini, Jolly Mare, Roy Paci, Frank Sativa e Kavah.
Sindrome di Tôret è un album ironico e intelligente il cui tema centrale è la deriva della libertà d’espressione che ha portato oggi, nell’era dei social network, a grandi paradossi e contraddizioni.
Tutti esprimono un’opinione su tutto, spesso anche quando non conoscono l’argomento.
Questo ha portato a una ampia diffusione dei tuttologi e degli esperti da tastiera, ben descritti dalla prima traccia Avanvera.
I fiumi di parole inutili che muovono il mondo contemporaneo sono anche al centro della canzone C’hai ragione tu, nella quale al rap di Willie Peyote e Dutch Nazari si aggiungono il celebre “Of course… but maybe” del comico Louis C.K. e alcuni estratti dell’ultimo lavoro teatrale di Giorgio Montanini.
Le contraddizioni tipiche della nostra società sono evidenti nel provocatorio singolo di lancio I cani, che culmina nell’ironico:
“I cani son meglio delle persone che dicono che i cani son meglio delle persone”
Ottima scusa, l’altro singolo che ha preceduto l’uscita dell’album, è un brano intenso, amaro e romantico al punto giusto.
Le chiavi in borsa, con il ritmo incalzante e l’orecchiabile melodia del ritornello rimane impressa nella mente fin dal primo ascolto.
Dal punto di vista musicale il brano più interessante è Giusto la metà di me che, anche grazie al tocco di Frank Sativa, si allontana dai suoni tradizionali per avvicinarsi al jazz e finire con una sorprendente parte strumentale.
Metti che domani, Donna bisestile, Portapalazzo, Il gioco delle partieVilipendio vanno a rafforzare la critica di Willie Peyote alla società contemporanea.
La conclusiva Vendesi è invece una canzone intima e personale, un bellissimo sfogo che ben esprime lo stato d’animo che ha portato alla realizzazione di tutto l’album Sindrome di Tôret. Per completare al meglio tutto questo troviamo il perfetto suono della tromba di Roy Paci.