La polemica era partita qualche tempo fa, quando Björk ha affermato di essere stata molestata sessualmente da “un regista danese”. Il tutto è avvenuto attraverso social, in particolare Facebook. La cantante finlandese disse di essere stata molestata da un regista danese. L’unico col quale ha collaborato è lo stesso Lars Von Trier nel film Dancing in the Dark.
Lo stesso Scandalo Weinstein sembra aver dato la possibilità a molte donne di liberarsi da questo pesante fardello del restare in silenzio. Lo stesso hashtag #metoo sta impazzando sul web per racchiudere e farsi forza tra donne molestate.
Ora però Björk torna all’attacco e sembra essere decisa a scoperchiare quel famoso vaso di Pandora che racchiude tutti i segreti delle produzioni cinematografiche.
La cantante ha deciso di rilasciare nuovi dettagli proprio su questi presunti abusi sessuali perpetrati nei confronti della sua persona da parte del regista danese. Ad esempio, una volta provò a strisciare dentro la sua stanza. Björk si lancia in una vera e propria lista nel suo lungo post su Facebook, cercando anche di smuovere le coscienze delle donne che hanno subito abusi come lei.
Stiamo parlando di 6 punti precisi, 6 modi di abusare di lei che Lars Von Trier ha usato per metterla in difficoltà. Ad esempio quando la stringeva forte tra le sue braccia, da soli o davanti alla troupe non interessandosi di quanto questo la ferisse. Oppure, continuando, di quando dopo due mesi che non la toccava più lui in un gesto di nervosismo ruppe una sedia davanti a tutti. Come a dimostrare che ogni attrice che lavorasse con lui dovesse in un certo qual modo prestarsi a prestazioni occasionali. Spesso si lanciava in descrizioni grafiche delle sue offerte sessuali anche mentre la moglie era vicina.
Quello che emerge è uno squallido e cupo dramma, forse un po’ come ciò che Von Trier ha sempre portato su schermo. La drammaticità soffocata da un gemito.