10 film d’esordio che hanno spianato la strada ai propri registi

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I pugni in tasca di Marco Bellocchio (1965)

21942130 10211317091017107 1729440742 n Una decadente famiglia borghese della provincia piacentina, incomincia a sgretolarsi agli occhi di una madre impotente. A destare più preoccupazioni è il figlio epilettico (Lou Castel).
Primo film di uno dei più sottovalutati registi italiani, Marco Bellocchio, che difficilmente riuscirà a ritornare su questi livelli (anche se con L’ora di religione ci si avvicina). Film storicamente importantissimo, folle e tragico, simbolo pre-sessantottino (involontario, secondo Bellocchio) di una borghesia con pulsioni auto-distruttive. Il nucleo familiare, sito protettivo per eccellenza, diviene il luogo dove si consumano e si alimentano le pulsioni più morbose.
Stratosferica l’interpretazione di Lou Castel.

(A cura di Ettore Bocci)

Summer in the city di Wim Wenders (1970)

SIC04cWWSWenders era già Wenders sin dal suo primo lungometraggio. Più che la trama (quasi inesistente) o i personaggi (appena abbozzati), contano l’atmosfera sospesa, la relazione tra corpi e spazi (coi primi in perenne fuga dai secondi), la colonna sonora rock e la necessità del girovagare/ viaggiare tipica di tutto il suo cinema. Discontinuo e ridondante, ma personalissimo e ricco di spunti.

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