In origine, il sesto album dei Sonic Youth avrebbe dovuto chiamarsi Blowjob, ma in seguito la band di New York fu persuasa dalla label a cambiare il titolo in Goo.
Abbandonato il nome di forte impatto, per la cover la band puntò su un’illustrazione dell’artista Raymond Pettibon, ispiratosi ad una foto reale raffigurante i coniugi David Smith e Maureen Hindley, in occhiali  da sole, accompagnati dalla frase «I stole my sister’s boyfriend. It was all whirlwind, heat and flash. Within a week we killed my parents and hit the road.»
Nonostante le perplessità della label, la cover (così come l’album) fu un successo.
The Beatles – Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967)
Questa storica cover è solo una delle immagini che contribuiscono alla vasta iconografia del quartetto di Liverpool: citata, parodiata, derisa, la copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band è sintomo del clima psichedelico nella musica del tempo, clima che portava con sè la voglia di sperimentare, azzardare, mettere alla prova i sensi.
Nell’artwork compaiono tutta una serie di personaggi che hanno in qualche modo segnato la vita e le carriere dei quattro di Liverpool: si intravedono Bob Dylan, Marlon Brando e Lenny Bruce, ma anche Karl Marx, H.G. Wells e Lewis Carroll. Insomma, una carrellata dei più importanti personaggi della cultura mondiale dalla metà dell’ottocento in poi (si dice che John Lennon volesse inserire anche Adolf Hitler).
E non è un caso che i Beatles, consapevoli della propria importanza culturale, abbiano inserito sè stessi in prima fila, e una loro versione precedente (pre-psichedelica) subito a fianco.
A completare il tutto i colori vivi, i motivi floreali, ed un ironico accenno ai loro rivali (sul vestito della bambola a destra: Welcome the Rolling Stones).
La copertina di quest’album, dalla fortissima valenza pop, ha segnato un punto di non ritorno per l’importanza della musica nella cultura di massa.