CONFERENZA BLADE RUNNER 2049 – L’attesa è trepidante, le aspettative aumentano trailer dopo traile, cortometraggio dopo cortometraggio. L’evento dell’anno si avvicina ogni giorno di più. In uscita il 5 ottobre, Blade Runner 2049 si carica sulle spalle il peso di un film cult come quello di Ridley Scott. Un sequel attesissimo da tutti gli amanti del cinema e soprattutto dai fan del primo, inimitabile Blade Runner. Abbiamo incontrato DenisVilleneuve (affiancato da Sylvia Hoek) nella conferenza stampa del film parlandoci della lavorazione e di cosa significhi Blade Runner per lui.
Ritengo importantissima la definizione di “replicante”, ossia quell’essere creato ad hoc per essere schiavizzato, sfruttato per gli scopi degli essere umani, quali colonizzare un pianeta per poi essere disattivati o messi fuorilegge. Un po’ come accade a Frankenstein, una creatura simile agli umani ma comunque “fuorilegge”. Per me Blade Runner ha significato molto, perchè è stato il film che ha fatto nascere la mia passione per il cinema e per la regia. Ho sempre amato la fantascienza “adulta”, come quella di Kubrick e Tarkowski.
CONFERENZA BLADE RUNNER 2049 – Che mondo sarà questo 2049?
Un mondo in cui ci saranno differenze rispetto al primo Blade Runner ma allo stesso tempo accomunato dalla lettura negativa del futuro, sarà molto più post apocalittico.
Cosa puoi raccontarci di K e di Ryan Gosling?
Ridley Scott aveva già pensato a Gosling come attore protagonista, suggerendomelo lui stesso. E dopo aver letto la sceneggiatura, avevo deciso che Ryan fosse l’attore perfetto per questo film e non ho avuto nemmeno problemi a doverlo convincere. Lui si è ispirato molto al Deckard di Harrison Ford ma K sarà un personaggio molto più complesso, dimenandosi sempre tra solitudine e tematiche esistenziali.
Quali sono le caratteristiche di Gosling che ti hanno convinto?
CONFERENZA BLADE RUNNER 2049 – Qual è la paura che hai avuto andando a toccare un film cult come Blade Runner?
Non ho accettato a cuor leggero ma ero consapevole che per un’ottima riuscita era necessario tutto il mio controllo su ogni minimo dettaglio. È un film che sarà diverso rispetto al primo e sono consapevole che potrà essere soggetto a critiche forti. L’ho fatto per amore verso il cinema, sono consapevole del rischio ma mi tange relativamente. Tuttavia sono convinto che questo è il mio film migliore.
Com’è stato l’uso della CGI?
Ho voluto ridurre al minimo l’utilizzo del green screen, per quanto sia una componente fondamentale del cinema di fantascienza. Grazie al budget della produzione, ho potuto ricreare ogni set e questo è stato un bene. Anche gli attori mi chiesero se avessero dovuto lavorare con il green screen. Penso che il set sia molto più funzionale al lavoro dell’attore, ah modo di interagire con un ambiente tangibile e non un semplice telone verde.
Come viene rappresentata l’estetica del film?
Il primo Blade Runner è stato un film che esteticamente ha lasciato un segno evidente nell’immaginario collettivo per le sue atmosfere. Qui abbiamo voluto ricrearle amplificando il loro raggio, creando un dualismo tra il buio di Los Angeles e la luce degli interni molto argillosa. Il fatto di aver avuto una certa libertà mi ha permesso di lavorare anche con il direttore della fotografia, mettendolo quasi alla prova perchè il lavoro è stato davvero complesso.
Cosa fa di Blade Runner un buon film?
Malinconia. E molto fumo, ovviamente. Oltre a sentimenti profondi ed a forti elementi di contorno come la colonna sonora, fondamentale per una buona riuscita.
CONFERENZA BLADE RUNNER 2049 – La parola ora passa a Sylvia Hoek, già presente nell’ultimo film di Tornatore “La Migliore Offerta”. Cosa ci dici del tuo ruolo?
Quando fui scritturata per il film, ho pensato che non mi sarebbe potuta capitare un’offerta migliore. Non posso parlare molto del mio personaggio, mi limito a dire che Luv ha un rapporto molto complesso con Wallace (Jared Leto) ed è alla costante ricerca di sè stessa.
Le figure femminili saranno un aspetto in più?
Senza dubbio, in questo sequel ci sono molte più donne che daranno qualche sfumatura aggiunta in quanto donne forti. La stessa Luv sarà un personaggio molto poliedrico. Ricordo nel primo Blade Runner, il personaggio di Daryl Hannah…non mi fece dormire la notte, un senso di angoscia mostruoso che mi si ripropose anche durante il provino.
CONFERENZA BLADE RUNNER 2049 – La parola ora torna a Villeneuve per un’ultima domanda: qual è il suo rapporto con la letteratura fantascientifica, visto che questi ultimi due suoi film appartengono al genere fantascientifico?
Beh, per me Arrival non è propriamente di fantascienza, c’è molto di più, c’è un viaggio attraverso l’intimità personale. Così accade in Blade Runner 2049. Autori come Clark, Asimov e Verne sono stati fondamentali per me, così come i graphic novelist francesi, Moebius uno su tutti. Sono autori che hanno riempito la mia infanzia. Ho sempre visto la scienza come una porta verso l’ignoto, verso un mondo da scoprire, tanto che ho studiato microbiologia. Si trova moltissima buona letteratura, meno per ciò che concerne il cinema. Recentemente solo Nolan ha saputo sfoderare film di fantascienza degni di nota e per questo lo ringrazio molto.