Goldtwaite Hagginson Dorr (Tom Hanks) mette su una banda di criminali un po’ imbranati, che decidono di rapinare il caveau di una banca. Il piano consiste nello scavare un tunnel che dalla cantina di una signora, conduca proprio fino all’edificio.
L’umorismo nero e le atmosfere grottesche, che hanno contraddistinto le opere dei fratelli Coen, qui appaiono quanto mai forzati. Il film non riesce praticamente mai a strappare un accenno di risata, nè tanto meno a offrire spunti di riflessione; l’originalità e l’autorialità lasciano il posto al manierismo e ad un Hanks eccessivamente sopra le righe, tanto da risultare fastidioso.
Anche i colpi di scena non funzionano, sempre prevedibili e schematici. Forse Ladykillers è l’unico film non riuscito della loro carriera.
Red Eye, Wes Craven (2005)
Un uomo misterioso (Cillian Murphy) conosce Lisa (Rachel McAdams), ragazza che lavora in un hotel a Miami. I due sono seduti accanto nel volo notturno verso la Florida. La conoscenza, inizialmente piacevole per l’uomo, si trasformerà in un incubo.
Maestro del New Horror, che insieme a pochi altri (Carpenter, Hooper), ha fissato gli archetipi dello Slasher (Nightmare – Dal profondo della notte) e, paradossalmente, autore di Scream, film che ha più destrutturato e deriso proprio certi archetipi, gira un thrillerino di scarsa fattura, interessante nelle premesse, ma disastroso nelle conclusioni.
L’ultima mezz’ora si avvicina al trash involontario, sia a livello visivo che di scrittura, in un finale dagli improbabili risvolti politici farcito da lanciamissili stile Schwarzenegger in Commando. Poco per un regista come Wes Craven (o forse troppo… ma nel senso opposto). Il budget era ottimo (26 milioni di dollari) e stranamente buonissimo il risultato al botteghino (96milioni di dollari).