Il mondo dell’arte contemporanea è stato scosso da una notizia: l’arresto del graffiti artist più famoso al mondo noto col nome di Banksy.
Da tempo tutti vogliamo capire chi sia, scovarne l’identità. Ci ha provato anche Netflix con un documentario a lui dedicato. L’artista Banksy è famoso per la sua street art, i suoi capolavori su muri hanno una durata limitata, vengono continuamente tolti dagli agenti. Lo abbiamo visto agire in tutto il mondo, arrivò anche nella nostra capitale a Maggio 2016 facendo un boom di visite al palazzo dove avvenivano le esposizioni.
L’artista ha esposizioni in tutto il mondo, le varie testate online titolavano così i loro articoli:
Banksy è stato arrestato nel corso della presentazione di una mostra, in territorio israeliano.
A dare credibilità alla notizia, lanciata dal Nevada County Scooper (più sotto capirete di cosa stiamo parlando) sono stati gli stessi ideatori dell’articolo corredandolo di fantomatici tweet. Come ad esempio quello del Presidente Donald Trump:
Il Nevada County Scooper è un sito molto simile al nostro Lercio, il quale si occupa di satira in salsa States. Clicca qui per leggere la notizia sul sito del Nevada County Scooper.
L’artista secondo la fake news era presente durante un’asta dei suoi oggetti (era da ben 4 anni che non metteva in vendita nulla) e sarebbe stato arrestato dai soldati israeliani. La vendita effettivamente c’è stata, ma di Banksy neanche l’ombra. La vendita si è tenuto in uno degli hotel che vantano la vista più brutta del mondo: il Walled Of Hotel. Quest’hotel, vicino ad una mostra che si occupa di esporre le sue opere, ha a pochi metri il muro che divide la Palestina da Israele. È a Betlemme.
È uno degli artisti più seguiti al mondo (e non solo dalle autorità). Nonostante riesca a mantenere un bassissimo profilo, Banksy sa come comunicare. È un artista che conosce tutti gli ingranaggi della comunicazione moderna, tanto da riuscire a rimanere nell’anonimato e allo stesso tempo sulla bocca di tutti.