Persepolis è una pellicola che parla di speranza e lo fa inizialmente tramite gli occhi di una bambina di nove anni. Marjane è una ragazzina dinamica e curiosa, cresciuta in un ambiente familiare che le offriva valori come la libertà e l’indipendenza.
Una volta però che l’Iran entra in guerra con l’Iraq, i genitori di Marjane decidono di farla espatriare a Vienna. Dopo anni passati tra peripezie e pericoli, l’ormai adolescente ragazza decide di tornare a Teheran dalla famiglia. Il fondamentalismo islamico ha ormai il pieno controllo dell’Iran e farà sì che Marjane lasci di nuovo il paese.
La pellicola lascia percepire, in modo a volte anche ironico, i disagi e i problemi di una giovane donna nelle due società, quella occidentale e quella medio-orientale. Film decisamente ben confezionato che ha trovato nella critica un appoggio deciso e sincero.
Con la collaudata tecnica dello stop-motion, il famoso e creativo regista Wes Anderson confeziona una vera è propria piccola opera d’arte. Le vicende trattano dei coniugi Fox costretti a cambiar vita dopo l’arrivo del cucciolo Ash. Lasciando alle spalle una vita di furti decidono di trasferirsi in un albero posto in cima a una collina.
Il vicinato è composto da Walter Boggins, Nathan Bunce e da Frank Bean, tre allevatori di pollame. Poco dopo il trasloco, fa la sua presenza Kristofferson, nipote di Miss Fox, una volpe polare che mette in crisi Ash scuotendo le consuetudini familiari. Il vecchio vizio però non va perduto e Mr. Fox decide di organizzare un piano per rubare il pollame dalle fattorie adiacenti.
I tre fattori decideranno quindi di unirsi per cacciare e uccidere la volpe, iniziando una faida che si protrarrà fino alla fine della pellicola. Il film è godibile e geniale nel suo porre le figure antropomorfe estremamente umane, lasciando però che il loro lato animale lasci spazio al naturale e canonico istinto.
Al primo posto troviamo un altro film tratto da un romanzo di Yasutaka Tsutsui. Il grande regista Satoshi Kon, prematuramente scomparso all’età di 47 anni, riesce a non deludere le aspettative regalandoci un film d’animazione solido, articolato e visivamente ottimo. Con l’invenzione delle DC Mini, la dottoressa Atsuko Chiba e gli altri psicoanalisti riescono a interagire con i sogni dei pazienti, riuscendo quindi a entrare nel profondo del subconscio. La protagonista decide di lavorare anche al di fuori dell’ospedale con lo pseudonimo di Paprika. Alcune DC Mini però vengono rubate. Il ladro utilizzerà tali apparecchiature per far vivere alle persone veri e propri sogni nella realtà, creando un incredibile Sogno Collettivo. Paprika deciderà quindi di fermare tale abominio con tutti i mezzi a sua disposizione.
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