2) Effetto Notte, di Francois Truffaut, (1973)
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Il film vinse nel 1974 il Premio Oscar come miglior film straniero. Già il titolo stesso si riferisce ad una tecnica cinematografica, l’effetto notte appunto, ce consiste nel porre un filtro blu davanti all’obiettivo ottenendo una ripresa simil-notturna. Il film parla delle riprese di Vi Presento Pamela (di cui Truffaut stesso è regista all’interno del film), della vita degli attori e delle persone della troupe, narrando al tempo stesso della vicenda del film dentro al film.
1) Lo Stato delle cose, di Wim Wenders, (1982)
Il film parla delle vicende del regista Friedrich “Fritz” Munro, che si rende conto dell’impossibilità di procedere nella realizzazione del film senza l’aiuto del produttore di Los Angeles che attende speranzoso. La pellicola è nettamente distinta in due fasi contrastanti: la prima, quasi onirica e lenta, che mostra la troupe in tutto il suo andamento blando e ironico, e la seconda, più movimentata, quando Fritz parte per Los Angeles ma scopre di essere pedinato.
La trama è per Wenders semplicemente un pretesto per mostrare la difficoltosa ed altalenante vita di un regista in un’industria cinematografica sempre più esigente. E le allegorie nel film sono moltissime, dallo scenario postatomico e al deserto hotel semidistrutto che probabilmente simboleggiano l’inesistenza del cinema contemporaneo, all’ironia sulla giovinezza americana. Esse permettono a  Wenders di illustrarci una nuova forma di metacinema, che risulta simile a quella iniziata da Truffaut con Effetto Notte, ma che per certi versi Wenders supera.