4) Uno dei migliori teen drama di sempre
Tredici è sicuramente migliore di tantissimi altri teen drama usciti negli ultimi anni e con la pretesa di imporsi sul grande pubblico. L’opera di Netflix riesce infatti a fotografare perfettamente un periodo di vita che tutti noi abbiamo passato. Un periodo per la maggior parte spensierato, ma che in alcuni casi può diventare delicato tanto da complicare la vita successiva di un individuo. Una singola azione, anche la più stupida ed innocua, potrebbe scatenare all’interno di un ragazzo/a, un uragano di emozioni contrastanti, soprattutto se il problema non viene risolto. La mancata risoluzione del problema in Tredici non è unicamente attribuita alla negligenza o all’indolenza di educatori e altre figure adulte, come i genitori. Tredici non si erge in tutto e per tutto a giudice da questo punto di vista, ma si mostra abbastanza onesto nel fotografare lo stato delle cose, ridistribuendo equamente le colpe senza necessariamente seguire lo schema classico e benpensante dei teen drama, ma andando più a fondo nella ricerca della verità. Un concetto semplice, immediato, ma difficile da mettere in atto, tanto che lo stesso show dimostra allo spettatore l’inutilità della morte e del messaggio di Hannah Baker, avviando una nuova serie drammatica. Un ciclo inquietante destinato a ripetersi, che ferisce e massacra i più deboli, dando spazio e gloria ad esseri fragili e senza orgoglio. Tredici è una serie molto più profonda di quanto il web vorrebbe far pensare, un prodotto compatto e coeso, che nonostante tutti i suoi difetti, si dimostra interessante, coinvolgente e capace di far discutere di argomenti di rilevante importanza, senza mai annoiare. Al netto di molti dialoghi artificiosi, di momenti narrativi imbrigliati nella propria stessa scrittura, Tredici è un ottimo prodotto perché si è saputo rinnovare rispetto ai predecessori. Messo a confronto con altri lavori simili potrebbe stare tranquillamente su di un podio insieme ad altre teen drama che hanno segnato la cultura pop degli anni passati, come Dawson’s Creek e Skins, che, per motivi diversi, avevano qualcosa in più di tutto il mare magnum di serie tv adolescenziali proposti negli ultimi 20 anni. Il gusto dell’adolescente, in quanto fruitore di Netflix e in quanto figlio dell’era dello streaming, si è alzato, per la facile accessibilità di alcuni contenuti più sofisticati che prima un giovane arrivava a conoscere solo nella tarda adolescenza. Quanti di voi 20 anni fa conoscevano quindicenni amanti del cinema d’autore o di serie tv di culto come Twin Peaks? L’era del digitale ha portato anche a questo. E così come si aggiornano i cartoni animati, portando proposte come BoJack Horseman e Rick e Morty, che veicolano una comicità nuova, più satirica, più acuta, molto autoreferenziale e culturalmente elevata, così anche Tredici offre una svolta proponendo una serie tv per adolescenti, che di base apparirebbe come un prodotto superficiale e squisitamente sentimentale, ma invece fa attenzione a dettagli importanti come sceneggiatura (pensando una stagione in 13 episodi fortmente concatenati e legati da un’avvincente continuità), fotografia e colonna sonora (come detto in precedenza) e scegliendo una tematica molto spesso taboo in tante benpensanti analoghe serie tv del passato.