Con l’uscita il 12 luglio di The War – Il Pianeta delle Scimmie (cliccate qui per la recensione) è terminata la trilogia prequel della nota saga di fantascienza de Il Pianeta delle Scimmie tratta dal romanzo omonimo di Pierre Boulte del 1963; ma come è iniziata questa trilogia prequel, ben diversa dai prodotti precendenti, che ha posto lo spettatore dinnanzi a una serie di riflessioni ontologiche sulla natura umana, sull’odio e sugli aspetti più crudi della guerra?
La pellicola capostipite della trilogia prequel è L’Alba del Pianeta delle Scimmiedel 2011, pellicola diretta da Rupert Wyatt. Will Rodman (James Franco) è uno scienziato che lavora per la Gen-Sys, una compagnia privata che con ricerche su gruppi di scimpanzè, cerca di elaborare una cura per la malattia di Alzheimer. Una delle scimmie, rinominata Occhi Luminosi, in seguito ai diversi esperimenti manifesta un’intelligenza superiore alla media, tuttavia durante un test diventa aggressiva e violenta, prova a fuggire , ma viene presto abbattuta dalla sicurezza; in seguito all’incidente la compagnia ordina la soppressione di tutti gli esemplari, ponendo fine agli esperimenti. Will insieme a un collega con sorpresa trova uno scimpanzè neonato nella cella di Occhi Luminosi, Will sceglie così di continuare gli esperimenti portando il piccolo scimpanzè con sè e studiando gli effetti della cura sperimentale sul padre malato. Durante gli anni la scimmia, soprannominata Cesare (interpretato da Andy Serkis), cresce e cresce la sua intelligenza, a velocità e in quantità inimmaginabili, sviluppa infatti incredibili capacità cognitive riuscendo a comunicare grazie all’uso del linguaggio dei segni. Dopo un incidente con i vicini di casa, Cesare viene trasferito per sicurezza in un centro per primati. Qui Cesare attraverso un complesso dibattito interiore cercherà di capire qual è il suo posto nel mondo: è cresciuto nel mondo degli uomini, vive come loro ma non è uno di loro, allo stesso tempo non fa parte del semplice mondo delle scimmie dominato da primitivi istinti.
L’opera è chiaramente suddivisa in due atti, il primo atto ha come protagonista e punto di vista Wll, che assiste alla veloce e sorprendente evoluzione di Cesare e contemporaneamente alla progressiva degenerazione delle capacità del padre. Il secondo atto invece fa intendere chi è il vero protagonista della pellicola, ben presto infatti vengono abbandonati i drammi familiari e scientifici di Will per concentrarsi sul dibattito interiore di Cesare e sulle idee di rivoluzione e cambiamento che progressivamente vanno a formarsi nella sua mente, sempre più complessa e articolata.
La pellicola ha riscosso grande successo grazie soprattutto ai sorprendenti effetti speciali, difatti per quanto riguarda la permormance capture è stata la prima volta che è stata registrata direttamente sulla scena del set, con un’interazione diretta tra attori reali e attori digitali. Ma non solo gli splendidi effetti hanno reso grande questa pellicola, da evidenziare infatti è l’ottima interpretazione di Andy Serkis per il ruolo di Cesare.
L’Alba del Pianeta delle Scimmie si distacca dalla trama classica delle serie, concentrandosi sulle cause che hanno portato al pianeta delle scimmie. Tuttavia la pellicola è ricca di riferimenti e citazioni alla saga originale, il nome stesso del protagonista Cesare è lo stesso nome della scimmia protagonista delle ultime due pellicole della saga originale 1999 – Conquista della Terra e di Anno 2670 – Ultimo Atto, inoltre molti dei nomi delle scimmie dell’Alba sono omaggiano in diversa maniera il film originale : La madre di Cesare viene chiamata nella versione originale “Bright Eyes” a causa della particolare luminosità dei suoi occhi, esattamente come Taylor ne Il pianeta delle scimmie; il nome di Maurice deriva dall’attore Maurice Evans, che interpretò il professor Zaius. In aggiunta durante alcune scene dell’Alba gli spettatori più attenti potranno accorgersi del riferimento alla scomparsa nello spazio della nave spaziale Icarus, la nave che nella pellicola orignale della saga precipitava sulla Terra dopo anni di deriva nello spazio.
In conclusione L’Alba del Pianeta delle Scimmie è un’opera sorprendente e originale, che mostra allo spettatore punti di vista differenti rilanciando una delle saghe di fantascineza più note e apprezzate in un mondo unico e innovativo.