Ancora non è uscito in Italia ma Baby Driver (qui la nostra recensione in anteprima) già inizia a far parlare di sè. Dopo la conferenza stampa con Kevin Spacey protagonista (la trovate completa cliccando qui), oggi è stato il turno dell’acclamato regista Edgar Wright, già autore della trilogia del Cornetto e di quel cult che risponde al nome di Scott Pilgrim vs The World. Un autore poliedrico, dalle mille sfacettature che riesce a mescolare più generi senza mai cadere nel banale anche grazie a citazioni sofisticate girate ad arte. Tutti i suoi film sono accomunati dal genere action, svolto sempre con somma sapienza. Non si esime da queste prerogative Baby Driver, un film dove il protagonista compie un processo inverso rispetto ai suoi altri film. A tal proposito, precisa Wright
La Scimmia Incontra Edgar Wright: il regista di Baby Driver si racconta
La conferenza stampa di Baby Driver, con il regista Edgar Wright, si è svolta nelle lussuose stanze dell'Hotel de Russie di Roma
Negli altri film, i protagonisti subivano un processo ben definito in cui volevano formarsi e diventare qualcuno. Non è il caso Baby poiché lui è già qualcuno, un autista bravissimo che però vuole chiudere con il crimine e ritirarsi ad una vita normale, senza più l’adrenalina delle rapine
Questo film è anche molto atipico rispetto agli altri a causa dell’assenza del plot twist, di quel colpo di scena che lascia sbalorditi. Omettendo molti spoiler, Wright ci dice che ha “voluto un finale più ‘etico’, con una morale ben definita e che andava contro le scelte della produzione”. Un punto di forza di questo suo ultimo lavoro è senz’altro un cast pluripremio Oscar. Ci sono stati problemi nel far coesistere tutti questi attori?
Il cast è stato straordinario, coeso, in cui tutti erano protagonisti nella maggioranza delle inquadrature, definibile come ‘Inquadrature dal doppio Oscar’, vista la presenza di Foxx e Spacey. C’era voglia di assistere ad ogni scena singola in quanto tutti erano rispettosi ed ammiratori dell’altro, così come me che da regista diventavo improvvisamente spettatore.
In Baby Driver, un protagonsita non fisico c’è e si sente benissimo. Parliamo della musica, componente fondamentale per tutto il film. Basti pensare alla scena della fuga a piedi di Baby in cui il ritmo dei suoi movimenti è scandito da “Hocus Pocus” dei grandissimi “Focus“.
Prima della scrittura avevo già in mente un buon 90% della colonna sonora e per ogni scena che scrivevo dovevo necessariamente avere in mente il brano giusto. I coreografi, così come gli stunt, sono stati bravissimi a far funzionare il tutto nel migliore dei modi
Il suo stile anarchico è anche il suo punto di forza. La mescolanza di genere e la frenesia delle riprese sono la firma di Wright ad ogni suo lavoro. in baby Driver si denota un certo distacco rispetto alla sua trilogia “indipendente”.
Beh, vengo definito da molti come regista indipendente. Questo è il mio secondo film fatto con una produzione ‘major’ ma sono riuscito a coniare l’elemento mainstream con quello che meglio si lega con il mio stile ed il mio modo di fare
Edgar Wright sarà anche impegnato come giurato al prossimo Festival di Venezia. Inevitabili le domande a riguardo alla sua presenza in veste di giudice e non di giudicato. Quale sarà il suo criterio di giudizio?
Ritengo che Venezia sarà un’esperienza molto formativa per me, in primis, in quanto vedrò film che difficilmente vedrei in sala. Il mio obbligo, in veste di giurato, sarà quello di giudicare senza farmi influenzare dai gusti meramente personali e sarò il più oggettivo possibile
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