3. Arca Russa di Aleksandr Sokurov (2002)
I 10 migliori film in bilico tra Sogno e Realtà
“Apro gli occhi e non vedo niente. Niente finestre, niente porte. Ricordo, ricordo che è accaduta una disgrazia e che tutti fuggivano per mettersi in salvo, ognuno come poteva. Quanto a me, non ricordo.”
Comincia così “Arca russa” (“Russiy Kovcheg“), lungometraggio di Aleksandr Sokurov, presentato il 22 Maggio 2002 al 55° Festival di Cannes.
Fotogrammi in nero accompagnano la voce narrante. Appena dopo seguono le immagini di una folla in preda al panico che si dimena per entrare nell’Ermitage.
Vediamo attraverso gli occhi di un personaggio di cui non verrà mai rivelata l’identità – una presenza invisibile (coincidente con l’occhio della macchina da presa) e percorriamo le sale incantevoli dell’Ermitage accompagnati da un diplomatico francese dell’ottocento, il marchese Astolphe de Custine, che funziona da guida virgiliana e che sembra l’unico a vedere il misterioso visitatore. Si muovono/ci muoviamo all’interno dell’Arca, attraversando le epoche della storia russa: da Pietro il Grande, a Caterina II, fino ai turisti dei giorni nostri.
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