Apocalypse now di Francis Ford Coppola (1979)
Willard (Martin Sheen), durante la guerra in Vietnam, riceve l’ordine di risalire il fiume, per arrivare in Cambogia e uccidere il generale Kurtz (Marlon Brando), che nella giungla ha creato un esercito che lo venera come fosse un Dio.
Coppola, prendendo spunto dal libro di Joseph Konrad, Cuore di tenebra, dirige forse il film di guerra più importante di tutti i tempi.
Il film è una chiara allegoria sull’irrazionalità della guerra, dove la risalita del fiume, diventa metafora della psiche umana. Atmosfere lisergiche (non a caso una delle scene più belle del film è accompagnata da The end dei The doors) e oniriche ci accompagnano in un viaggio introspettivo sulla follia dell’uomo.
Coppola, in stato di grazia, in questo film è un Re Mida, ogni cosa che tocca diventa oro, dalla recitazione (un ottimo Martin Sheen e un ormai iconico Marlon Brando, imbolsito, inquadrato sempre in chiaroscuro), alla fotografia di Vittorio Storaro (vincitore dell’Oscar alla miglior fotografia), dalla colonna sonora psichedelica al montaggio quasi “ejzenstejniano”, riuscendo anche ad evitare il didascalismo anti-imperialista e facendo sempre parlare le immagini.
Da citare l’ottima versione Redux del 2001 che approfondisce alcuni temi del film.