Mentre un gruppo di prigionieri britannici capitanato dal tenente Nicholson si appresta a completare la costruzione di un ponte per ordine del colonnello Saito dei nemici giapponesi, il militare Shears intraprende una missione per distruggerlo. Un’opera potente, coinvolgente e, come solo David Lean sa fare, visivamente appagante che riesce a mettere in evidenza con grande maestria il corto circuito logico dei valori militaristi, il non senso di ogni azione di guerra e la follia che ne consegue. 7 premi oscar tra i quali miglior film, miglior regista e miglior attore protagonista (Alec Guinness).
La grande guerra di Mario Monicelli (1959)
Le vicissitudini di due commilitoni pigri e un po’ codardi (interpretati da Alberto Sordi e Vittorio Gassman) durante la grande guerra del 14’-18’. Fortunatissima declinazione della commedia all’italiana nel war movie propriamente detto. Ciò che ne viene fuori è un bilanciatissimo mix tra attendibile ricostruzione storica, irresistibile verve comico-ironica e amara critica sociale e politica. Opera di rara umanità e tra le massime espressioni del cinema di Mario Monicelli, ebbe sin da subito un grande successo internazionale e si aggiudicò, nel 1959, il Leone d’oro a Venezia ex aequo con Il generale della Rovere di Roberto Rossellini.
Mentre un gruppo di prigionieri britannici capitanato dal tenente Nicholson si appresta a completare la costruzione di un ponte per ordine del colonnello Saito dei nemici giapponesi, il militare Shears intraprende una missione per distruggerlo.
